Semi di contemplazione

Numero 229 – Ottobre 2020 – L’orazione senza parole

L’orazione senza parole

Autore: Antoine Civoré

 

Commento di padre Max Huot de longchamp
L’AUTORE Nato e morto a Lille, Antoine Civoré entra nella Compagnia di Gesù nel 1626. Professore di lettere nei licei e formatore dei novizi della Compagnia, è soprattutto il maestro spirituale, delle religiose di Saint-André di Tournai, di cui rivide le costituzioni, ed è per loro che redige I segreti sulla scienza dei santi.

IL TESTO Abbiamo a che fare con un testo poco conosciuto, forse perché nel 1651, anno della sua pubblicazione, la diffidenza antimistica cominciava seriamente a frenare la diffusione di questo tipo di opera. Come indica il titolo completo (I segreti sulla scienza dei santi in cui sono chiariti la natura e la pratica, le fatiche e le dolcezze della vita interiore e la teologia mistica resa chiara e facile per la pratica della direzione, di un nuovo metodo tratto dai consigli dei Santi, dei Teologi, Filosofi, Medici, e dall’esperienza di molti, vi si trova una presentazione completa della vita spirituale,sostenuta da numerose letture tradizionali. Civoré è un teologo per esperienza e non per teoria, cosa rarissima dopo la triste scissione avvenuta nel XII secolo tra insegnamento teologico ed esperienza di Dio. Cresciuto con i Padri della Chiesa, ma anche con Teresa d’Avila e i maestri del Carmelo, Civoré interesserà tutti quelli che hanno bisogno di capire quello che vivono nell’orazione e troveranno in lui la luce di una intelligenza perfettamente messa al servizio della fede.
§ 1-2 Si teme spesso di non pregare bene perché …

CATECHISMO SPIRITUALE
Alla scuola dei Santi

Santità e mistica(seguito)

Possiamo fare qualcosa per questa presa di consapevolezza della presenza di Dio che qualifica la contemplazione? Tutti gli autori sarebbero d’accordo con Guglielmo di Saint-Thierry:

Questo modo di pensare Dio non è nelle possibilità di colui che pensa, ma nel beneplacito di colui che lo dona, fino a quando, cioè, lo Spirito Santo che soffia dove vuole, quando vuole e come vuole, e in chi vuole, non lo infonde.
Guglielmo di Saint-Thierry, Lettera ai Fratelli di Mont-Dieu, III,I

Il fenomeno della Rivelazione

Lucie Christine è passata dalla percezione nella fede di un mistero nascosto, a quella di un mistero rivelato. Certo, resta mistero, perché la fede non è assolutamente diminuita, ma in questa esperienza, quello che non si vede, non diviene meno certo di tutto quello che si vede: «Si scopre, vissuto dal mistico nella chiarezza di una evidenza, quello che ciascuno di noi sa tramite la fede e di cui vive» (G. M. Garonne).
Una immagine aiuta a comprendere questo fenomeno che è quello della Rivelazione. Nella purezza del vuoto intersiderale, il sole brilla, ma non illumina niente: è incontrando l’atmosfera che diviene visibile. «Dio è luce» ci dice S. Giovanni, ma ci dice anche: «Dio nessuno l’ha mai visto!» Per vederlo, per rivelarsi, bisogna che incontri gli strati densi della nostra atmosfera mentale, bisogna che s’incarni: «Il Figlio unico, che è nel seno del Padre, lui l’ha fatto conoscere» (Gv 1,18). Questi strati densi sono tutta la nostra psiche, con le sue componenti di memoria, di intelligenza, di volontà, di immaginazione, modellata dalla propria storia, essa stessa segnata dal peccato.
Dio brilla alla sommità della nostra psiche, nel punto in cui incontra la dimensione spirituale, per niente cieca dove «la nostra vita è nascosta in Dio con Cristo» (Col 3,3) e dove la ragione nasce dalla fede. Ma attraverso l’incarnazione, questo Dio che ci tocca dall’alto, si fa sentire, toccare, capire, «da chi vuole, quando vuole, dove vuole». Questa rifrazione nella carne, ecco l’esperienza contemplativa, che porta su «quello che abbiamo visto con i nostri occhi, quello che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita» (I Gv 1,1). Se la santità è un fatto di divinizzazione, la contemplazione è fondamentalmente un fatto di incarnazione, una venuta di Cristo nella carne, un fatto di Rivelazione.

Santità e/o contemplazione

La contemplazione, e più ancora la mistica- si usa abitualmente la parola “mistica” per indicare un grado elevato della contemplazione – è spesso considerata pericolosa…

Il titolo della rubrica è: La reclusione, purezza dell’amore

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