Semi di contemplazione

Numero 207 – Ottobre 2018 – Una fede luminosa

Una fede luminosa

Autore: Jean-Jacques Olier

 

1 La fede è una luce che ci insegna a rendere tutti i nostri doveri a Dio e ci insegna nel segreto dello spirito le vie per condurci presso di lui in tutti gli stati interiori ed esteriori della nostra vita. Questa fede è quella di cui s. Paolo dice “il giusto vivrà per la sua fede” (Gal3,11): “ilmio giusto”, dice Nostro Signore, e con queste parole testimonia la stima che ha di colui che egli conduce tramite la fede.
2. In effetti, è una attenzione meravigliosa di Dio ed una fedeltà prodigiosa,quella di vedere come si applica a istruire accuratamente l’anima che gli appartiene e che ha lasciato ogni aiuto di rivelazioni,di luci particolari e delle più sante creature. “Sono solo e povero”(Sal24,16): questa anima è…

COMMENTO DI PADRE MAX HUOT DE LONGCHAMP

IL TESTO Olier ha lasciato migliaia di pagine inedite, nelle quali cerca di fissare le sue intuizioni, spesso folgoranti, senza preoccuparsi di essere letto, né di rispettare la grammatica. Così senza modificarne il contenuto, ci siamo permessi di facilitare la lettura di una di queste pagine con qualche minuscolo ritocco.
§ 1. La fede è luce in quanto è la scienza stessa di Dio, che si imprime nella nostra intelligenza, dirà s. Tommaso, e per questo ci permette di vedere tutte le cose come Dio le vede. L’espressione “il mio giusto” rinvia a Ebrei 10,38: Olier qui e altrove, segue il suo pensiero e passa dalla Lettera ai Galati alla Lettera agli Ebrei senza preavviso.
§ 2. Proprio perché è scienza stessa di Dio, la fede supera la nostra intelligenza e la illumina“tramite vie segrete e pure”, e cessa di essere fede man mano che entra nelle nostre parole, nelle nostre immagini e nei…

François Malaval (1627-1719) in
PRATICA FACILE per elevare l’anima alla contemplazione

[Cosa è la contemplazione? (seguito)]

Il contemplativo, tramite una semplice risoluzione di non uscire dalla presenza di Dio, vi si conserva incessantemente, qualunque cosa faccia e a qualunque impiego si dedichi durante il giorno .[…]Questa abitudine una volta formata, custodisce un sentimento dolce e impercettibile di Dio presente , che sussiste tra i più grandi turbamenti dell’anima, come un piccolo fuoco sotto la cenere, il quale, quando vogliamo, si riaccende e diviene più forte e più attivo, per il pensieroche ci diamo di raccoglierci . Se questo sentimento non è sempre uguale, non bisogna affatto inquietarsi: la nostra anima è limitata e non può guardare diversi oggetti insieme con la stessa attenzione. I santi si lamentavano di non essere tanto raccolti nelle conversazioni degli uomini quanto lo erano nella loro solitudine. È sufficiente che non ci si dissipi o per negligenza o per troppa sollecitudine in ciò che si fa, e che l’occupazione a cui ci dedichiamo sia per la gloria di Dio, per la nostra salvezza e per il bene del prossimo, e che sia conforme alla nostra vocazione e Dio la invii senza che andiamo a cercarla da noi stessi, o con un falso zelo o con una segreta voglia di apparire o con un desiderio di consolazioni esterne. Supposte queste condizioni, v’è merito nel perdere qualcosa di questa presenza soave, che ci si potrebbe procurare, per dedicarsi più facilmente agli esercizi della vita attiva che non possiamo evitare e che…

Il tema della rubrica è:

Il Santo Rosario.

Una fede luminosa – 207

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