Mistica nella quotidianità
Autore: Nicolas Armelle
1. Mi sembrava di essere figlia dell’Amore e che Lui era mio padre e la mia guida, che mi conduceva, come per mano, in tutto quello che bisognava fare; io non avevo altro bisogno che di concepirlo e di fare quello che mi comandava, senza mai allontanarmene. Mi insegnò a guardarlo così continuamente da mattina a sera, che non avevo altro intento nei miei pensieri e, se talvolta mi distoglievo un po’, subito mi rimettevo alla sua divina presenza e lì lavoravo per piacere solo a lui. Durante il mio lavoro mi intrattenevo con lui, l’amavo e gioivo in lui, mi relazionavo con lui come con un amico intimo.
Commento di padre Max Huot de Longchamp:
L’AUTOREFiglia di contadini della regione di Ploërmel, in Morbihan, Armelle Nicolas rappresenta la Bretagna mistica del XVII sec., nel momento in cui Julien Maunoir, Jean Rigoleuc, Vincent Huby e molti altri missionari gesuiti suscitavano nella profonda Bretagna una pietà vigorosa e illuminata. Conosciuta e venerata come “la buona Armelle”, la sua vita quotidiana sarà quella di una domestica di castello, nonostante un breve passaggio presso le orsoline di Vannes, a cui resterà molto vicina, beneficiando così della direzione spirituale di Rigoleuc e di Huby. La sua vita interiore sarà quella di un’anima di fuoco, la cui audacia amorosa raggiunse quella della sua contemporanea di Tours, Maria dell’Incarnazione.
IL TESTO Il trionfo dell’Amor divino nella vita di una grande serva di Dio chiamata Armelle Nicolas è un’opera di 400 pagine redatta dall’orsolina Jeanne della Natività, confidente di Armelle. Nella prima parte, Jeanne ci dà la biografia di Armelle; nella seconda, ci presenta l’anima della sua eroina tramite un enorme numero di citazioni orali provenienti da conversazioni che lei ha raccolto con cura. Tradotte dal bretone, la loro freschezza e la loro spontaneità, come anche il controllo esercitato da Huby sulla loro redazione, permettono di pensare che sono state molto fedelmente riportate…
François Malaval (1627-1719) in
PRATICA FACILE per elevare l’anima alla contemplazione
[Cosa è la contemplazione? (seguito)]
Fil: Dal modo in cui mi parlate, padre mio, sembra che una persona oziosa o perfino addormentata nella preghiera possa credere falsamente che ha ben contemplato Dio.
Dir.: Ho parlato, di questo rimemorare di Dio molto sottile e molto spirituale, che tiene l’anima sempre tesa verso l’unico oggetto della sua vista e del suo amore; e senza dire espressamente che vuole o ama, ella vuole e ama con somma dolcezza e meravigliosa pace. A tal punto che se si domandasse a una persona che prega o è occupata in altro con questa presenza di Dio: Dov’è il vostro cuore? , ella potrebbe rispondere senza finzione:« Il mio cuore è in Dio: non voglio pensare che a lui e amare lui per quanto posso» […] Ella dirà questo a causa di un ricordo che sente di avere di Dio e nel quale in effetti si sforza di rimanere, secondo quanto glielo permette la sua debolezza. […]
Il tema della rubrica è:
Prendere il cibo in pienezza