Una luce tenebrosa
Autore: Claude Séguenot
Commento di p. Max Huot de Longchamp:
L’AUTORENato in Borgogna Claude Séguenot fece i suoi primi studi a Digione prima di studiare il diritto a Bourges. A 28 anni, entra all’Oratorio, dove i suoi maestri saranno Guillaume Gibieuf e Charles di Condren ( Semi n° 36 e n° 114). Poiché prese le difese di Port-Royal, senza condividerne il giansenismo, Richelieu lo fece imprigionare per quattro anni alla Bastiglia. Solo in seguitoebbe diversi incarichi nel governo dell’Oratorio.
IL TESTOLa Guida all’orazione per le anime che incontrano difficoltà,pubblicata nel 1634, èla prima, e la sola veramente importante, delle opere di Séguenot. Henri Brémond (cf. Semi n° 89) vi scorge «una chiara, intensa e breve esposizione della filosofia di Bérulle sulla preghiera». Piuttosto breve per l’epoca (250 paginette), come indica il suo titolo, viene incontro alle difficoltà solite che s’incontrano nella pratica dell’orazione, con grande senso pedagogico, perché, ci dice all’inizio di queste pagine, «è cosa molto strana, che dei tanti che praticano l’orazione, ve ne sianopochi a riuscirci e a credere di riuscirci»…
L’IMITAZIONE DI GESÙ CRISTO
Tradotto e commentato per i lettori di Semi
La natura e la grazia
III.54 Sui differenti movimenti della natura e della grazia (seguito)
La natura si compiace di avere molti amici e parenti, si vanta della nobiltà delle sue origini e della sua nascita; sorride ai potenti, adula i ricchi e si congratula con i suoi simili.La grazia, invece, ama anche i nemici e non si vanta di avere un gran numero di amici; non dà importanza alle origini e alla nascita,a meno chenon coincida con una virtù più grande. Essa agevola il povero, piuttosto che il ricco; la sua compassione va verso l’innocente piuttosto che verso i potenti; partecipa alla gioia di chi serve la verità e non la menzogna. Esorta sempre i buoni a cercare “i carismipiù grandi” (1Cor 12,31), e ad assomigliare al Figlio di Dio con le loro virtù.
La natura si lamenta continuamente per tutto quello che le manca o per quello che la opprime; la grazia invece sopporta le mancanze con costanza.
La natura riferisce tutto a sé, combatte e perora la sua causa, mentre la grazia riconduce tutto a Dio, in cui ogni cosa ha origine; non attribuisce niente di buono a se stessa e non pretende niente con arroganza. La grazia non entra in conflitto e non impone agli altri il suo punto di vista, ma si sottomette alla sapienza eterna e al giudizio divino per tutto quello che concerne il sentire e il comprendere…
Il tema della rubrica è: Peccatori sì, corrotti no!