1. Come non essere felice di sapere che nostro Signore continua in lei le sue grazie, e che la fa avanzare poco a poco nel cammino di perfezione, cioè in questo deserto così terribile per la natura e così piacevole per lo spirito, in cui tutte le creature sembrano come delle ombre e dei fantasmi, e in cui non c’è che Dio solo che sia capace di toccarla? Non si meravigli affatto delle varie vicissitudini in cui il suo spirito si trova, ora nell’ardore dei desideri e dell’amore, ora nei languori e nelle debolezze della natura. Non faccia alcuna riflessione sull’uno o sull’altro di questi due stati. In entrambi, cammini con equanimità senza guardare né a destra né a sinistra, senza fermarsi né da una parte né dall’altra, con lo spirito e il cuore applicati alla sola vista di Dio, in un perfetto abbandono agli ordini della Provvidenza e una sottomissione fedele alla sua operazione in lei.
2. Non pensi affatto a osservare se avanza o meno. Si contenti di andare verso Dio nel fondo del suo cuore e di fare tutto quello che fa e di sopportare tutto quello che le accade, in una vista semplice ed amorosa di Dio, soprattutto quando si presentano i timori e i dubbi che toccano la sua eternità: li annienti subito con l’abbandono alla misericordia e alla giustizia di Dio, amandolo tanto più generosamente quanto più le sembra che la respinga. Lei sta meglio nelle sue debolezze, nelle rivolte contro la guida di Dio, nei disgusti, nelle oscurità, nella disperazione, perché è proprio allora che Dio purifica la sua anima, prova la sua fedeltà e le fa vedere con l’esperienza e toccare col dito il suo niente: questa è la migliore disposizione al mondo per ricevere le grazie e le grandi operazioni di Dio.
3. Anche se le sembra, in quel momento, di servire Dio………