1. Quando l’anima è morta al mondo e a se stessa, gode tranquillamente della vita nascosta con Gesù Cristo in Dio nella solitudine del suo cuore. Per entrare con Gesù Cristo crocifisso nella cella del cuore, occorrono due chiavi per aprirne la porta: la prima è la chiave della grazia, la seconda è quella della cooperazione dell’anima alla grazia con il raccoglimento interiore. Lo Spirito Santo che è il divino portiere di questa cella della divinità, ha a disposizione la chiave della grazia con la quale apre a chi gli piace e chiude a chi vuole; l’anima, d’’altra parte, tiene la chiave dell’orazione e della cooperazione alla grazia, che deve mettere spesso nella serratura della porta del cuore, ritirandosi in se stessa. […]
2. Dio è presente al centro del nostro cuore, come il centro intimo e spirituale in cui il nostro spirito torna, perché come tutte le linee di un cerchio confluiscono dalla circonferenza al loro centro, così il nostro spirito deve allontanarsi dalla circonferenza del mondo esteriore e dei sensi per unirsi a Dio che è il suo centro e il suo vero riposo. Per questo le persone interiori e raccolte vivono in una pace così grande, e non hanno lo spirito turbato né inquieto come gli altri, perché questo tipo di orazione dà riposo allo spirito dopo che si è affaticato nelle faccende e nelle occupazioni esteriori, e ritorna dalla sua attività all’unione con il suo Dio.