XIII. «CRISTO HA AMATO LA CHIESA E PER SANTIFICARLA HA DATO SE STESSO PER LEI»
(Per il tempo della Passione)
- Nel racconto della Trasfigurazione, S. Luca rileva il particolare che «Mosè ed Elia s’intrattenevano con Gesù intorno alla sua morte» (Lc IX, 31). E così, nel momento stesso in cui per i suoi discepoli preferiti alza un lembo del velo che nasconde agli occhi della folla gli splendori della sua divinità, egli parla della sua passione e della sua morte. Il che può sembrare strano, non è vero? Eppure non vi è niente qui per Cristo che non si possa spiegare.
- La Passione segna il punto culminante dell’opera che Cristo viene a compiere quaggiù; per Gesù essa è l’ora in cui consuma il sacrificio che deve dare una gloria infinita a suo Padre, riscattare l’umanità e riaprire agli uomini le sorgenti della vita eterna. Così nostro Signore, che si è abbandonato intieramente alla volontà del Padre suo, dal primo istante della sua Incarnazione desidera ardentemente di veder arrivare quella che egli chiama «la sua ora», (Gv XIII, 1) l’ora per eccellenza (Lc XII, 50). «Io devo essere battezzato con un battesimo il battesimo di sangue e come sono angustiato finché non sia adempiuto!».
- Gesù è impaziente di veder suonare l’ora in cui potrà immergersi nella sofferenza e incontrare la morte per poterci dare la vita. Certo, egli non può anticiparla quest’ora, essendo perfettamente sottomesso alla volontà del Padre suo. S. Giovanni nota più d’una volta come i Giudei tentassero di sorprendere Gesù e di farlo morire, ma nostro Signore sfuggì sempre loro, pur ricorrendo a un miracolo «perché la sua ora non era ancora venuta» (Gv VII, 30; VIII, 20 )…