Venendo, dunque, ora a parlare di quelli che cominciano ad esser servi dell’amore (giacché altro non mi sembra il determinarsi a seguire per la via dell’orazione colui che ci ha tanto amato), è un onore così grande che provo una gioia straordinaria nel ripensarvi. Infatti, ogni timore servile scompare immediatamente, se in questo primo stato procediamo come si deve.
Perché non volete che quando un’anima è determinata ad amarvi procurando, per quanto è possibile, di staccarsi da ogni cosa per dedicarsi meglio all’amore di Dio, non abbia subito la gioia di elevarsi a possedere questo amore in modo perfetto? Ho detto male; avrei dovuto dire, deplorandolo: perché non lo vogliamo noi? Infatti, la colpa è nostra se non godiamo subito di tanto onore, in quanto se arrivassimo a possedere in modo perfetto il vero amore di Dio, esso comporterebbe ogni specie di beni. Ma noi siamo così avari e così lenti nel darci totalmente a Dio che, non volendo Sua Maestà che godiamo di un bene tanto prezioso senza pagarlo a caro prezzo, non giungiamo mai a disporci convenientemente a riceverlo.
Ben vedo che non c’è prezzo adeguato in terra per l’acquisto di un tale tesoro, ma se facessimo quanto è in nostro potere per non attaccarci a cose terrene, rivolgendo invece ogni nostra cura e ogni nostro atto a quelle del cielo, credo senza alcun dubbio che in breve tempo ci sarebbe dato questo bene, purché – ripeto – ci disponessimo subito a riceverlo, come fecero alcuni santi.