Individuate già da Aristotele come cardine della persona umana dalle quali derivano tutte le altre virtù, le virtù cardinali: prudenza, giustizia (della quale tratteremo in seguito), fortezza, temperanza, pongono le basi di una vita moralmente buona e danno forza alla persona per fronteggiare le avversità e capacità per porre atti finalizzati ad un comportamento moralmente retto.
L’esercizio delle virtù compete a tutti gli uomini in quanto dotati dell’uso della ragione che regola la sensibilità, orientandola nella scelta dei valori fondamentali sebbene, non essendo la ragione sempre consapevole del vero e del bene a causa della debolezza causata dal peccato originale, facilmente si volge verso i disvalori.
Il cristiano nella ricerca delle virtù viene guidato dalla Rivelazione e sostenuto dalla Grazia illuminante che infonde l’amore per la ragione che lo guiderà verso l’esercizio di tutte le virtù. Queste non si sviluppano indipendentemente l’una dalle altre ma, con l’aiuto dello Spirito santo, la persona progredisce, grazie all’esercizio costante, in tutte e in ognuna in particolare, al punto che mancandone una le altre non sussistono.
Esiste anche un legame univoco tra esercizio delle virtù e vita contemplativa; un abito virtuoso non produce lo stato contemplativo, al contrario il progresso nella vita contemplativa presuppone l’impegno personale, sostenuto e abilitato dalla Grazia, all’acquisizione delle virtù.