L’autore decodifica l’immagine, della “Donna vestita di sole” (Ap.12), identificandola con Maria, la Madre del Messia, che ha condiviso tutti i momenti della sua esistenza, fino alla crocifissione e all’ascensione alla destra del trono di Dio e con la Chiesa, che vive il tempo della cacciata dal cielo del drago, al quale non resta che far guerra ai figli della Donna. La terra e il tempo costituiscono il teatro dell’azione perversa del drago, scagliato sulla terra dopo l’ascensione del Messia in cielo; la guerra è sferrata contro il suo discepolato, coloro che osservano i Comandamenti e non si lasciano distogliere da dottrine peregrine e ingannevoli già serpeggianti nella Chiesa primitiva
Maria, antesignana del percorso spirituale di tutti i suoi figli, ha trascorso la sua vita costellata di pene e consolazioni, attraversando la notte dei sensi e dello spirito durante tutta la sua esistenza, dall’annunciazione, al matrimonio con Giuseppe, alla solitudine durante la vita pubblica di Gesù, alla crocifissione del Figlio e all’affidamento di Giovanni che sembra distaccarla dall’esclusivo rapporto con l’Unigenito ma che in realtà sancisce la maternità dilatata a tutta l’umanità
Pur conoscendo profeticamente la grandezza della filiazione divina, ella procede peregrinando nella fede e accogliendo ad ogni momento le divine disposizioni. Il concepimento verginale non affranca Maria dai dolori della maternità e soprattutto dai dolori spirituali, in espiazione delle colpe dei padri dell’Antica Alleanza e della gestazione-affidamento a Dio del Figlio e dei figli della Nuova Alleanza
La Chiesa ripercorre il cammino della Madre; la sua invincibilità è fondata sulla fedeltà a Cristo, vittoria e salvezza sono assicurate grazie alla potenza messianica nella lotta tra bene e male ma essa non è esente dal travaglio della lotta, dall’incertezza e dalla contraddizione degli eventi ai quali è esposta e che, paradossalmente, costituiscono il “Luogo sicuro”, il volo sulle ali di Dio, il deserto dove dimora al sicuro pur rimanendo bersaglio degli attacchi satanici.
La metafora del fiume d’acqua vomitato dal serpente contro la Chiesa è immagine dell’antico Israele inseguito dal faraone e peregrinante nel deserto dove, tra le difficoltà e le asperità del luogo, viene provvidenzialmente nutrito e condotto da Dio. Il combattimento spirituale impegna i cristiani nella fedeltà a Dio e nell’esercizio della pazienza e della perseveranza pur tra le aggressioni e le seduzioni del male. Nessun cristiano è esente dalla lotta contro il “principati e le potestà”, sebbene nessuna vittoria varrà a mutare la condizione della Chiesa fino alla parusia. Nel tempo, infatti, vivendo “nascosta con Cristo in Dio”, “ha trovato grazia e riposo nel deserto (cfr.: Ger 31.2) e pregusta le delizie della risurrezione paradisiaca. Anche per lei il tempo, come un deserto è il luogo al riparo dalle persecuzioni, dove Dio provvede il nutrimento del momento presente, simile alla manna data ai Padri.
Maria è modello perfetto di vita contemplativa; anche nella sua anima senza peccato l’irruzione di Dio provoca turbamento e richiede il coraggio di abbandonarsi completamente, di cedere la propria esistenza, di arrendersi alla Parola che nello stesso istante in cui viene pronunciata dischiude un nuovo, luminoso orizzonte alla fede, che non teme di richiamarla nel cuore e riassaporarla, desiderando di penetrare sempre più profondamente il mistero nascosto e gradatamente rivelato secondo il volere di Dio. La sua anima squarciata dalla spada, pronuncia tra le tenebre più profonde il suo ultimo “Si”, che apre un varco fino al suo cuore, luogo di rifugio dei figli, per i quali ella continua ad intercedere con autorità di madre presso il cuore del Figlio.