Autore Lubich C.
L’unità. Ma che cos’è l’unità? […] Non dobbiamo fare un miscuglio, ma una combinazione, e questa sarà solo quando ognuna si perderà nell’unità al calore della fiamma dell’amore divino. Chi resta di due o più (persone) che si ‛combinano’? Gesù – l’Uno… Quando l’unità passa, lascia una sola orma: il Cristo. […] Oh l’unità, l’unità! Che divina bellezza! Non abbiamo parole umane per dire che cosa sia! E’ Gesù. L’unità! Ma chi potrà azzardarsi a parlare di essa? E’ ineffabile come Dio! Si sente, si vede, si gode ma… è ineffabile! Tutti godono della sua presenza,tuti soffrono della sua assenza. E’ pace, gaudio, amore, ardore, clima di eroismo, di somma generosità. E’ Gesù tra noi. (LUBICH C., L’unità e Gesù abbandonato, Città Nuova 2005, pp 32-34).
Autore Lubich C.
UNITA’ ESIGENTE – Noi dobbiamo essere uno col fratello, non in modo ideale, ma reale. Non in modo futuro, ma presente. Essere uno e cioè sentire in noi i sentimenti dei fratelli. Risolverli come cosa nostra, fatta nostra dalla carità. Essere loro E questo per amore di Gesù fratello. […] Non è una cosa semplice. Essa esige il vuoto completo di noi: togliere dalla nostra testa le idee. Dal cuore gli affetti, dalla volontà ogni cosa per immedesimarci con gli altri. […] Se siamo chiamati all’unità, la via per andare a Dio, per noi, passa dunque attraverso il fratello. E’ per quel passaggio, a volte oscuro e tenebroso come una galleria, che si arriva alla luce. E’ questo il misterioso cammino che Dio ci domanda per raggiungerlo. Egli vuole che perfezioniamo ogni ora quest’arte, a volte faticosa ed estenuante, ma sempre meravigliosa, vitale e feconda di ‛farci uno’ con gli altri: l’arte di amare. E’ la croce su cui ogni giorno dobbiamo inchiodarci: la nostra croce per eccellenza. Essa è la vita per noi e per chi amiamo; e, se reciproca, è la vita fra noi. E’ Gesù. (LUBICH C., L’unità e Gesù abbandonato, Città Nuova 2005, pp 35 – 37).
Autore Lubich C.
UNITA’ E GESU’ ABBANDONATO – «… Sono convinta che l’unità nel suo aspetto più spirituale, più intimo, più profondo, non può essere capita che da quell’anima che ha scelto per sua porzione di vita … Gesù abbandonato che grida: ‛Dio mio, perché mi hai abbandonato?’. […] Gesù abbandonato è tutto. E’ la garanzia dell’unità. Ogni luce sull’unità scaturisce da quel grido. Sceglierlo per unico scopo, unica menta, punto d’arrivo della propria vita è … generare all’unità un’infinità di anime. Il libro di luce, che il Signore va scrivendo nella mia anima ha due aspetti: una pagina lucente di misterioso amore: Unità. Una pagina luminosa di misterioso dolore: Gesù abbandonato. Sono due aspetti di un’unica medaglia. […] E’ solo a forza di abbracciare con tutto il cuore Gesù abbandonato, tutto una piaga nel corpo e tutto una tenebra nell’anima che vi formerete all’unità … Lì è il segreto del più grande ed ultimo sogno del nostro Gesù: ‛Ut omnes unum sint’. E voi e noi, fatti partecipi di questo infinito dolore, contribuiremo effettivamente all’unità di tutti i fratelli!». (LUBICH C., L’unità e Gesù abbandonato, Città Nuova 2005, pp. 66-68).
Autore Guglielmo di Saint-Thierry
UNITA’ DI SPIRITO – … Questa somiglianza si chiama unità di spirito perché lo Spirito santo la produce o vi predispone lo spirito dell’uomo; non solo, ma perché è essa stessa lo Spirito santo vero e proprio. […] (Si realizza questa unità di spirito) Quando colui che è l’Amore del Padre e del Figlio – la (loro) unità e soavità, il (loro) bene, l’abbraccio, la comunione e tutto ciò che può essere comune all’uno e all’altro in quella suprema unità della verità e nella verità dell’unità – diviene a suo modo per l’uomo, in rapporto a Dio, ne più ne meno di ciò che egli è per il Figlio rispetto al Padre o per il Padre rispetto al Figlio, per effetto dell’unità consustanziale; quando nell’abbraccio e nell’intimità del Padre e del Figlio la coscienza beata si scopre in qualche modo coinvolta; quando – in una maniere ineffabile, impensabile.- l’uomo di Dio merita di diventare non già Dio ma quello che Dio è. (G. DI SAINT-THIERRY, Opere/1, Lo specchio della fede, L’enigma della fede, L’epistola aurea, M. SPINELLI (Ed), Roma 1993, p. 276).
Autore Agostino d’Ippona s.
UNITÀ NELLA CARITÀ – Nell’edificio nuovo – in quello cioè che si costruisce dopo la schiavitù – le pietre vengono raccolte e strette a tal punto nell’unità per opera della carità, che non si pongono l’una sull’altra, ma tutte insieme costituiscono una sola pietra. Non meravigliatevene: è un effetto del cantico nuovo; è la conseguenza operata dalla carità. Ed è appunto a questa conformazione che ci spinge l’Apostolo il quale, dopo averci stretti in tale unità, ci compagina con queste parole: sopportandovi gli uni gli altri nella carità; studiandovi di conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace (Ef 4,2-3). Dove c’è l’unità dello Spirito là c’è un’unica pietra: un’unica pietra fatta di molte pietre. Come è possibile di molte pietre farne una sola? Sopportandosi a vicenda nell’amore. (AGOSTINO D’IPPONA S., Commento ai salmi di lode, Ed. Paoline 1986, p. 139).
Autore Barsotti D.
Gesù è un uomo per gli altri. E’ l’uomo che è totale rapporto di amore. La comunione dell’uomo con gli altri non può essere vissuta che in quell’unità che Egli stesso ha stabilito nell’atto della Sua morte. Allora Egli fu uno e fu tutti. Fuori di quell’unità gli uomini non si incontrano, anzi neppure hanno il potere di incontrarsi per comunicare fra loro. L’ascesi di una liberazione dall’egoismo, che ci chiude e vuole trasformare gli altri in puro strumento per il proprio utile e godimento, non è vissuta che nell’ambito di una mistica unità che è il Corpo di Cristo. La comunione degli uomini tra loro è rapporto che suppone quell’unità: non l’unità della natura umana che il peccato ha spezzato e diviso, ma l’unità del Corpo di Cristo, che è stato compaginato ed è animato dal Suo Spirito. Così l’ascesi è la vita stessa dello Spirito che, come ha compiuto l’unità di un solo Corpo, così opera l’unità di una sola vita che è amore. (BARSOTTI D., Ascesi di comunione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007, p.12).