Autore Caterina da Siena s.
Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce…
Io ho gustato e veduto con la luce dell’intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata dalla tua potenza, o Padre eterno, e dalla tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio.
Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti. Tu infatti, Trinità eterna, sei Creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del tuo Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura. (CATERINA DA SIENA, s., Dialogo della Divina Provvidenza, Ed Taurisano, Firenze 1928, p.586).
Autore Elisabetta della Trinità s.
O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per fissarmi in Te, immobile e tranquilla, come se la mia anima fosse già nell’eternità. Nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da Te, o mio Immutabile, ma che ogni istante m’immerga sempre più nella profondità del tuo Mistero.
Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, tua dimora prediletta, luogo del tuo riposo. Che non ti ci lasci mai solo, ma che sia là tutta, interamente desta nella mia fede, tutta in adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.
O mio Cristo amato, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa per il tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti fino a morirne. Ma sento la mia impotenza, e ti chiedo di “rivestirmi di te”, d’identificare la mia anima a tutti i movimenti della tua anima, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un’irradiazione della tua vita. Vieni in me Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi perfettamente docile per imparare tutto da Te. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio sempre fissare Te e restare sotto la tua grande luce. O mio Astro amato, affascinami perché non possa più uscire dalla tua irradiazione.
Fuoco consumante, Spirito d’amore, “discendi in me”, affinché si faccia nella mia anima come una incarnazione del Verbo e io gli sia una umanità aggiunta nella quale Egli rinnovi il suo Mistero.
E tu, o Padre, chinati sulla tua povera piccola creatura, “coprila della tua ombra”, e non vedere in lei che “Il Diletto nel quale hai posto tutte le tue compiacenze”.
O miei Tre, mio tutto, mia beatitudine, solitudine infinita, immensità in cui mi Perdo, mi abbandono a Voi come una preda.
Seppellitevi in me perché io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’ abisso delle vostre grandezze. (ELISABETTA DELLA TRINITA’, Elevazione alla Santissima Trinità).
Autore Atanasio s.
La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma è tutta potenza creatrice e forza operativa. Una è la sua natura, identica a se stessa. Uno è il principio attivo e una l’operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, è mantenuta intatta l’unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio, che è al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). È al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L’apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: « Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti » (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito è in noi, è anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi è anche il Padre, e così si realizza quanto è detto: « Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui » (Gv 14, 23). Dove infatti vi è la luce, là vi è anche lo splendore; e dove vi è lo splendore, ivi c’è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: « La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi » (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia è il dono che viene dato nella Trinità, è concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo.
E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l’amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito. (ATANASIO s., Lett.1 a Serap., 28-30, PG 26, 594-595. 599).
Autore Dante Alighieri
Quell’ uno e due e tre che sempre vive
e regna sempre in tre e ‘n due e ‘n uno,
non circunscritto, e tutto circunscrive,
tre volte era cantato da ciascuno
di quelli spirti con tal melodia,
ch’ad ogne merto saria giusto muno.
E io udi’ ne la luce più dia
del minor cerchio una voce modesta,
forse qual fu da l’angelo a Maria,
risponder: «Quanto fia lunga la festa
di paradiso, tanto il nostro amore
si raggerà dintorno cotal vesta.
La sua chiarezza séguita l’ardore;
l’ardor la visïone, e quella è tanta,
quant’ ha di grazia sovra suo valore.
Come la carne glorïosa e santa
fia rivestita, la nostra persona
più grata fia per esser tutta quanta;
per che s’accrescerà ciò che ne dona
di gratüito lume il sommo bene,
lume ch’a lui veder ne condiziona;
onde la visïon crescer convene,
crescer l’ardor che di quella s’accende,
crescer lo raggio che da esso vene.
Ma sì come carbon che fiamma rende,
e per vivo candor quella soverchia,
sì che la sua parvenza si difende;
così questo folgór che già ne cerchia
fia vinto in apparenza da la carne
che tutto dì la terra ricoperchia;
né potrà tanta luce affaticarne:
ché li organi del corpo saran forti
a tutto ciò che potrà dilettarne».
DANTE ALIGHIERI, Paradiso, canto XIV.
Autore Simeone il nuovo teologo
Hai brillato, hai manifestato come luce di gloria la luce inaccessibile della tua essenza, Salvatore, hai illuminato l’anima caduta nelle tenebre […]. Illuminati dalla luce dello Spirito, gli uomini guardano il Figlio, vedono il Padre e adorano la Trinità delle persone, l’unico Dio […]. Poiché il Signore (Cristo) è lo Spirito (2Cor 3,17), ed è Spirito anche Dio, il Padre del Signore, certo un solo Spirito, poiché non c’è divisione. Chi lo possiede, possiede veramente i tre, ma senza confusione […]. Poiché il Padre esiste, come può essere allo stesso tempo il Figlio? Egli è increato per essenza. C’è il Figlio, come può diventare lo Spirito? Lo Spirito è Spirito – come apparirà Padre? Il Padre è Padre, poiché genera senza sosta […]. Il Figlio è Figlio poiché da sempre è generato e prima di tutti i secoli è stato generato. Nasce senza essere tagliato dalle radici. Ma è distinto senza essere separato e pienamente uno col Padre che è il Vivente e lui stesso è Vita e dona la vita a tutti (Gv 14,6; 10,28). Tutto quanto ha il Padre, lo ha anche il Figlio, tutto quanto ha il Figlio, lo ha anche il Padre. Vedo il Figlio, vedo anche il Padre. Si vede il Padre in tutto simile al Figlio, solo che l’uno genera e l’altro è eternamente generato […]. Com’è che il Figlio viene dal Padre? Come la parola viene dallo spirito. Com’è che è da lui separato? Come la voce lo è dalla parola. Come prende corpo? Come la parola scritta […]. Come dare un nome al Creatore di ogni cosa ? Nomi, azioni, espressioni, tutto è venuto nel mondo per ordine di Dio poiché ha dato i nomi alle sue opere e ad ogni realtà un nome specifico […]. Ma il suo nome non l’abbiamo mai conosciuto se non “Dio ineffabile”, come dice la Scrittura (cfr Gen 32,30). Se è dunque inesprimibile, se non ha nome, se è invisibile, misterioso, inaccessibile, unico al di là di ogni parola, al di là del pensiero non solamente umano ma anche degli angeli, “si avvolgeva di tenebre come di un velo” (Sal 18,12). Tutto quaggiù appartiene alle tenebre, lui solo, come la luce, è al di fuori delle tenebre. (SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO, Inno 21, SC 174).
Autore Guglielmo di Saint-Thierry
Verità, rispondi, ti scongiuro. «Maestro, dove abiti?». «Vieni e vedi» dice «Non credi che io sono nel Padre e il Padre é in me?». Ti ringraziamo Signore perchè abbiamo fatto qualche progresso: abbiamo trovato il tuo luogo. Il tuo luogo è il Padre tuo; come pure, il luogo del Padre tuo sei tu. É a cominciare da questo luogo, dunque, che sei localizzabile. Ma questa tua localizzazione é di gran lunga più alta e più segreta di qualsiasi assenza di localizzazione. Questa localizzazione è l’unità del Padre e del Figlio, la consustanzialità della Trinità. (GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY, Preghiere meditate, in GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY, Opere/3, La contemplazione di Dio, Natura e valore dell’amore, Preghiere meditate, M. SPINELLI (Ed), Roma 1998, p. 260).
Autore Kowalska M. Faustina s.
Una volta stavo riflettendo sulla SS. Trinità, sull’Essenza di Dio. Volevo assolutamente approfondire e conoscere chi è questo Dio. […]. In un istante il mio spirito venne come rapito in un altro mondo. Vidi un bagliore inaccessibile e in esso come tre sorgenti di luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce uscivano parole sotto forma di fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed alla terra. Non comprendendo nulla di questo, mi rattristai molto. Improvvisamente dal mare di luce inaccessibile usci il nostro amato Salvatore, di una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E da quella luce si udì questa voce: «Qual è Dio nella Sua essenza, nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica, né umana». Gesù mi disse: «Procura di conoscere Dio attraverso la meditazione dei Suoi attributi». Un momento dopo Gesù tracciò con la mano il segno della croce e scomparve. (KOWALSKA M. FAUSTINA, Diario, Libreria Editrice Vaticana 2001, p.18).
Autore Teresa d’Avila s.
La verità sulla Santissima Trinità mi era stata esposta da alcuni teologi, ma non l’avevo compresa quanto ora, dopo che il Signore mi ha mostrato queste cose […]. Quello che mi era stato rappresentato, sono tre Persone distinte, che possiamo considerare e intrattenere separatamente. Poi mi sono detta che solo il Figlio si è incarnato, il che mostra chiaramente la realtà di questa distinzione. Queste persone si conoscono, si amano e comunicano l’una con l’altra. Eppure se ogni Persona è distinta, come possiamo dire che tutte e tre hanno una sola essenza? Di fatto, questa è la nostra fede; questa è una verità assoluta, per la quale potrei soffrire mille volte la morte. Queste tre Persone hanno un solo volere, un solo potere, una sola sovranità, in modo che nessuna di esse può qualcosa senza le altre, e uno è il Creatore di quanto è stato creato. Il Figlio potrebbe forse creare una formica senza il Padre? No, perché hanno un solo potere. È lo stesso per lo Spirito Santo.
Così, c’è un solo Dio onnipotente, e le tre Persone formano una sola Maestà. Qualcuno potrebbe forse amare il Padre senza amare il Figlio e lo Spirito Santo? No, chi si rende gradito a una delle tre Persone, si rende gradito a tutte e tre, e chi offende una di esse, offende le due altre. Il Padre può forse esistere senza il Figlio e senza lo Spirito Santo? No, poiché hanno una sola essenza, e lì dove si trova una delle Persone, si trovano anche le due altre, poiché non si possono separare.
Come mai allora vediamo tre Persone distinte? Come mai il Figlio si è incarnato, e non il Padre o lo Spirito Santo? Questo non l’ho afferrato; i teologi lo sanno. So però che le tre Persone hanno concorso a questa opera meravigliosa. Del resto, non mi fermo a lungo su delle questioni di questo genere; il mio spirito si attacca subito a questa verità, che cioè Dio è onnipotente, che avendo voluto questo, ha anche potuto farlo, e che allo stesso modo potrà quanto vorrà. Quanto meno capisco queste cose, tanto più le credo, e tanto più esse mi danno devozione. Dio sia benedetto! Amen. (TERESA D’AVILA, Relazioni n. 33).