Somiglianza

Autore Guglielmo di Saint-Thierry

SOMIGLIANZA E FRUIZIONE – Questo mutuo gradirsi l’un l’altro, lo opera la reciproca somiglianza di bellezza, la reciproca e vicendevole fruizione dello Sposo e della Sposa. E infatti non solo noi fruiamo di Dio, ma anche Dio fruisce del nostro bene, in quanto vi si diletta e si degna di trovarlo gradito. E secondo la misura del progresso o della somiglianza è la misura del fruire, poiché non può esservi somiglianza se non nel fruir che la cattura né fruizione se non nella somiglianza che la procura. Qualunque anima, infatti, che riceve a sua propria umiltà una qualche grazia da Dio che dona, insieme al dono stesso riceve anche la conoscenza di Lui che dona: affinché l’uomo non sia ingrato verso Dio, ma sempre verso di Lui che dona rivolga la sua conversione.  Quando a Lui con grande ardore l’umile amore si protende, a colui cui tende si conforma, poiché tendendo a ciò vien reso da ciò stesso tale. E quando a somiglianza di colui che lo fa egli vien fatto l’uomo diviene da Dio affetto, cioè con Dio un solo spirito, bello nel Bello, buono nel Buono, e ciò a suo modo, secondo la forza della fede, la luce dell’intelletto e la misura dell’amore, essendo in Dio per grazia ciò che Egli è per natura. Infatti, anche quando a volte la grazia sovrabbonda fino a un’esperienza certa e chiara della realtà di Dio, immediatamente al senso dell’amore illuminato diviene sensibile in modo nuovo ciò che da nessun senso del corpo è sperabile, da nessuna ragione pensabile, da nessun intelletto – eccetto che dall’intelletto dell’amore illuminato – afferrabile. Dove, per quest’uomo di Dio, sentire Dio non è altra cosa che contrarre mediante il sentimento d’amore di una felice esperienza la somiglianza con Lui secondo la qualità sia della specie sentita sia dell’amore che sente. (G. DI SAINT-THIERRY, Commento al Cantico dei Cantici, C. FALCHINI (Ed), Magnano 1991, pp. 103-104).

 

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