Autore Geltrude di Helfta s.
Vengo, vengo a te, Gesù amatissimo, che ho amato, che ho cercato, che ho sempre desiderato. Vengo per la tua dolcezza, per la tua pietà, per la tua carità; vengo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Ti seguo perché mi hai chiamato. In te che desidero amare sopra tutte le cose, io tutto ritrovi e sappia mantenere ciò che ho promesso; a te che scruti i cuori desidero piacere. O mio fratello e sposo Gesù, Re supremo, Dio e Vittima poni su di me il sigillo in modo che niente cerchi in questo mondo, niente desideri e niente ami fuori di te. E tu, o Signore, degnati di unirmi a te con un connubio spirituale, sicché diventi tua vera sposa per un amore indissolubile che la morte stessa non valga ad infrangere. (GELTRUDE S., Esercizi, 3).
Autore Ireneo di Lione s.
Per aver seguito la Parola di Dio, cioè la sua chiamata, spontaneamente e liberamente nella generosità della sua fede, Abramo è divenuto l’amico di Dio (Gc 2,23). Non a motivo di una qualsiasi indigenza il Verbo di Dio si è acquistato l’amicizia di Abramo, essendo lui perfetto fin da principio ; « Prima che Abramo fosse, Io sono » disse (Gv 8,58). Era invece perché lui che è buono, potesse concedere ad Abramo la vita eterna… Infatti l’amicizia di Dio concede l’immortalità a quanti vi si dispongono debitamente… In principio Dio plasmò Adamo, non perché avesse bisogno dell’uomo, ma per aver qualcuno su cui effondere i suoi benefici […].
Egli ci domandò di seguirlo non perché avesse bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiarore. Chi è nella luce non è certo lui a illuminare la luce e a farla risplendere, ma è la luce che rischiara lui e lo rende luminoso […]. Dio accorda i suo benefici a coloro che lo servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il fatto che lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità.
Dio ricerca il servizio degli uomini per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio. Mentre Dio non ha bisogno di nulla, l’uomo ha bisogno della comunione con Dio. La gloria dell’uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio. E per questo il Signore diceva ai suoi discepoli: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,10), mostrando così che […] per il fatto che seguivano il Figlio di Dio, erano da lui glorificati. E ancora: «Voglio che siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria» (Gv 17,24). (IRENEO DI LIONE s., Contro le eresie, libro IV, 14,1; SC 100, 537).
Autore Moliniè M. D.
Davanti al mondo moderno, ci chiediamo che cosa fare, ci poniamo molte domande. Ho voglia di rispondere: non c’è soluzione, c’è il Salvatore. Non c’è nient’altro da fare che seguire il Salvatore. Fare oggi quello che Egli chiede oggi, domani ciò che chiederà domani. E posso dirvi subito quello che farà per prima cosa: vi salverà. […].
Finché gli uomini non si volgeranno perdutamente verso di Lui, capendo che hanno bisogno di essere salvati, non sarà fatto nulla di serio nel mondo: chi non sa fino a che punto ha bisogno di essere salvato, non può sapere fino a che punto è salvato. (MOLINIÉ M. D., Il coraggio di avere paura, Ed. Parva 2006, p. 37).
Autore Agostino d’Ippona s.
O Dio, che sei amato da ogni essere che può amare, ne sia esso cosciente o no, o Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere; o Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità: ormai te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo eserciti con giustizia il dominio e io desidero essere il tuo diritto. Comanda e ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci e apri le mie orecchie affinché posa udire la tua voce. Guarisci e apri i miei occhi affinché possa vedere i tuoi cenni. Allontana da me i movimenti irragionevoli affinché possa riconoscerti. Dimmi da che parte devo guardare affinché ti veda, e spero di poter eseguire tutto ciò che mi comanderai. Riammetti, ti prego, il tuo schiavo fuggitivo, o Signore e Padre clementissimo. (AGOSTINO D’IPPONA S., Il maestro interiore. Pagine spirituali, S. Paolo 1978, p. 221).