Autore Giovanni della Croce s.
Il godimento intimo, che con abbondanza e facilità i proficienti provano e gustano nel loro spirito, viene loro comunicato più copiosamente che in passato, riversandosi nei sensi più di quanto non accadesse prima della purificazione dei sensi. Difatti, quanto più i sensi sono purificati, con tanta maggiore facilità possono gustare a modo loro le gioie dello spirito. In definitiva, poiché la parte sensitiva dell’anima è debole e inadeguata alle forti impressioni dello spirito, ne deriva che i proficienti, data l’espansione dello spirito sulla parte sensitiva, provano in questa numerose debolezze, sofferenze in genere, languore di stomaco e affanni spirituali. Ciò è quanto dice il Saggio in questi termini: Un corpo corruttibile appesantisce l’anima (Sap 9,15). Di conseguenza, le comunicazioni dello spirito non possono essere molto forti né troppo intense né molto spirituali, come invece devono essere quelle per l’unione con Dio, perché partecipano della debolezza e della corruzione dei sensi. Tutto questo spiega i rapimenti, le estasi, le slogature di ossa che si verificano ogni volta che le comunicazioni non sono soltanto spirituali, cioè fatte al solo spirito, come nel caso dei perfetti. […] Il modo di comportarsi di questi proficienti con Dio è ancora molto grossolano e molto naturale. L’oro del loro spirito non è ancora purificato e lucidato. Per questo pensano di Dio come bambini e parlano di Dio come bambini e ragionano e sanno di Dio come bambini, come dice san Paolo (1Cor 13,11), perché non sono ancora pervenuti alla perfezione, cioè all’unione dell’anima con Dio. È in forza di quest’unione che essi diventano grandi. Una volta investiti dallo Spirito divino, essi compiono grandi opere, perché ormai le loro opere e le loro facoltà sono più divine che umane, come dirò in seguito. Dio vuole effettivamente spogliarli del vecchio uomo e rivestirli dell’uomo nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza a immagine del suo Creatore, come dice san Paolo (Col 3,10). Il Signore opera la spoliazione delle loro facoltà, dei loro affetti e sentimenti, sia spirituali che sensibili, sia esteriori che interiori. Lascia al buio l’intelletto, arida la volontà e vuota la memoria; getta gli affetti dell’anima nella più profonda afflizione, nell’amarezza e nell’angustia; priva l’anima del sentimento e del gusto che essa provava precedentemente nei beni spirituali. Tale privazione è una delle condizioni richieste perché s’introduca nell’anima e si unisca ad essa la forma spirituale dello spirito che è l’unione d’amore. (GIOVANNI DELLA CROCE s., Notte oscura, Libro II, cap 1;3).
Autore Guglielmo di Saint-Thierry
Belle sono le tue guance come di tortora. Le guance della sposa e il suo volto sempre nudo per lo sposo sono la santa coscienza; il pudore sul volto è l’affettuosa penitenza e il devoto rispetto per colui che la rimprovera.
L’anima fedele, infatti, finché fatica nelle tentazioni ignora cosa stia avvenendo in lei; spesso progredisce anche senza saperlo ed è approvata mentre lei si stima riprovevole. e, infatti, afflitta è umiliata; umiliata è purificata; e mentre al di sotto di se stessa la depone l’umiltà che ha assunto, in mezzo aq una molteplicità di dolori si vien formando – non da lei, ma tuttavia in lei – quella santa semplicità di cui sta scritto: Cercatelo in semplicità di cuore. E quando ritiene se stessa meritevole di essere a buon diritto rimproverata e afflitta, la coscienza piena d’affetto si riveste per colui che la rimprovera di un volto santo e amabile di rossore; e, purificata tramite esso dall’impudenza della passata fiducia, merita di ascoltare: Belle son le tue guance, come di tortora. E vedi come in lei alcritico avvicinarsi della tentazione subito si presenta il rimedio della divina consolazione e a seconda della moltitudine dei dolori che ha nel cuore si presentano le consolazioni del Signore che allietano la sua anima. (GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY, Commento al Cantico dei Cantici, C. FALCHINI (Ed), Magnano 1991, pp. 87-88).