Autore Milley C. F.
Pensate dunque che con i vostri mezzi e le vostre pratiche riuscirete infine a distruggere l’orgoglio e ad acquistare l’umiltà? Tutto il bene non viene forse da Dio e non è Lui stesso la via che conduce alla vita? Il più infallibile segreto per sradicare questo maledetto orgoglio non è di guardarlo, ma di guardare Dio e dimenticare se stessi. Noi non abbiamo alcuna risorsa se non in Lui per difenderci dai nemici che ci opprimono; guardare incessantemente se va bene o male, è come dare all’orgoglio nuove forze. Dimenticate voi stessa, immergetevi dolcemente nel seno della divinità e fuggite in questo divino asilo appena l’orgoglio vuole elevarsi contro di voi. Nel momento stesso in cui egli sembra trionfare e fare del danno nel vostro cuore, non fate neppure finta di averne paura, né di ascoltarlo o di scorgerlo; è un estraneo e un frutto di maledizione che si eleva nella natura, ma la vostra volontà attaccata e unita al suo Dio non vi ha alcuna parte. Ricordate bene che noi abbiamo orgoglio solo perché non vogliamo spogliarci di noi stessi e abbandonarci tra le mani di Dio. Colui che non è più, non può sentire l’orgoglio perché non opera più e non si degna di abbassarsi fino a guardare ciò che si opera nella parte inferiore. Egli ha sostituito tutto con Dio e sa bene che se in lui c’è qualcosa di buono, non può provenire dal suo miserabile nulla, e niente lo confonderebbe di più che vedere che è ancora capace di un pensiero d’orgoglio, se non fosse già persuaso di essere sempre capace di ogni sorta di male. (MILLEY C. F., A una religiosa orsolina, 16 luglio 1709).
Autore Merton Thomas
ORGOGLIO SPIRITUALE – E ora penso a quella malattia che è l’orgoglio spirituale. Penso a quella caratteristica irrealtà che penetra nel cuore dei santi e divora la loro santità prima che essa sia matura. Vi è qualcosa di questo verme nel cuore di tutti i religiosi. Appena hanno fatto qualcosa che sanno essere buono agli occhi di Dio, tendono a impossessarsi della sua realtà per farla propria. Essi tendono a distruggere le loro virtù reclamandone la proprietà e a rivestirsi illusoriamente di valori che appartengono a Dio. Chi può sfuggire al segreto desiderio di respirare un’atmosfera differente da quella degli altri uomini? Chi può fare cose buone senza cercar di gustare in esse la dolcezza di distinguersi dalla massa dei peccatori di questo mondo? Questa malattia è più pericolosa quando riesce a sembrare umiltà. Quando un uomo orgoglioso pensa di essere umile, il suo caso è senza speranza. (MERTON T., Semi di contemplazione, Garzanti, Milano 1991, p. 47).
Autore Moliniè M. D.
Niente può separarci dall’amore di Cristo, tranne l’orgoglio. […]. Indugiare nel guardare se stessi sia che lo si faccia per rallegrarsi o per affliggersi, è un disordine che ha la sua radice nell’orgoglio. Certo, non è facile non pensare più a se stessi! La miglior cosa, allora, è umiliarsi per questo orgoglio stesso e offrirlo come una miseria. Dall’istante in cui il nostro giudizio lo rinnega, non resta che domandare a Dio di fare il resto e di bruciare questo male in noi. Chi fa questo è liberato dal peggio, perché è liberato dall’ostinazione. (MOLINIÉ M. D., Il coraggio di avere paura, Ed. Parva, 2006, p. 94, 97).