Memoria

Autore Malaval F.

La memoria intellettuale è una facoltà dell’anima che trattiene e conserva tutto ciò che l’intelletto ha conosciuto e la volontà ha deciso, proprio come abbiamo detto che la memoria sensitiva conservava le produzioni dei sensi e dell’appetito. Ecco ciò che concerne la parte superiore dell’anima. (MALAVAL. Pratica facile per elevare l’anima alla contemplazione, dial I)

 

Autore Guglielmo di Saint-Thierry

↗ Connubio

 

Autore Rupnik Marco Ivan

MEMORIA
La memoria è basata sull’esperienza. È quella dimensione dell’intelligenza che fonda la conoscenza nell’esperienza. Tramite l’esperienza, la memoria lega costantemente l’intelligenza alla vita e fa sì che anche la riflessione, la speculazione, il ragionamento non si sgancino dalla vita.
Poiché è direttamente legata alla vita, la memoria è come se agisse su due registri. Da un lato è un’attività del tutto umana, perché elabora dalla nostra intelligenza sulla base dell’esperienza. Dall’altro lato è aperta a quel mistero sconfinato a cui ci introduce la vita stessa, dal momento che la vita ci porta costantemente a quella soglia da cui essa ci raggiunge: la vita infatti non la possediamo, ma viene, ci visita, ci è donata. La memoria, proprio perché vuole che le cose non si perdono, si muove verso la fonte della vita. Dalla superficie dei fenomeni, la memoria cerca in essi la sorgente di cui i fenomeni si nutrono. Così la memoria stessa costata l’incapacità dell’uomo di dare vita ai fenomeni in modo permanente. Anche se in un certo modo siamo noi a gestire l’esperienza, in ultima analisi essa stessa ci costringe ad ammettere l’impossibilità di esercitare il dominio su tali fenomeni. E ciò che nella vita non si riesce a dominare e che ci porta ad intuire questa apertura è esattamente il mistero delle libere relazioni dell’amore, cioè dell’altro. In ultima istanza, il mistero di Dio, Signore della vita. […].
Dio non si può trovare in modo diretto nella nostra memoria. Però come si è certi che ci dona la vita, ci chiama all’esistenza, ci crea a sua immagine, ci redime, si è ugualmente certi che Egli si comunica a noi nella vita. C’è allora in qualche modo una memoria abitata da Dio, tanto è vero che tutta la Sacra scrittura è una memoria di Dio nella storia degli uomini. Anzi, la religione in gran parte è una memoria dell’azione di Dio. Questa comunicazione di Dio, questa grazia di Lui che si dona mosso dall’amore per le sue creature e questa accoglienza della sua comunicazione, del suo dono, la memoria di questo rapporto divino- umano è proprio la Sapienza di Dio. Da una parte, infatti, appartiene totalmente a Dio e dall’altra cresce, si dilata lungo tutta la storia degli uomini quale dono divino che l’uomo può assumere coscientemente facendolo diventare patrimonio del suo cuore come intelligenza di fede e di agape. (RUPNIK MARKO IVAN, L’esame di coscienza. Per vivere da redentii, 2002 Lipa Srl, pp. 17-19).

 

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