Inabitazione

Autore Merton Thomas

Si parla dell’uomo interiore che nasce al contatto spirituale con Dio, nella fede. Questo contatto ci pone faccia a faccia con una realtà che è «invisibile», prima di tutto, e tuttavia, paradossalmente, questo «vedere» l’«invisibile» determina un rinnovamento sempre più profondo della vita che è «secondo la conoscenza», e cioè, secondo un’esperienza genuina di Cristo, causata dalla nostra somiglianza, o «figliolanza», dal dono dello Spirito divino che fa sì che Cristo «abiti nei nostri cuori» o nel nostro io più profondo. Il risultato di questa inabitazione di Cristo e dello Spirito Santo è la sovrabbondante pienezza di vita nuova, carità, amore divino e una comprensione spirituale del mistero della vita divina in noi in tutte le sue dimensioni, mediante l’esperienza dell’amore di Cristo per noi «che supera ogni comprensione». Per il momento ci basta dire che questa contemplazione è una partecipazione profonda alla vita di Cristo, una condivisione spirituale in quell’unione del Dio e dell’uomo che è l’unione ipostatica. (MERTON T., L’esperienza interiore. Note sulla contemplazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, p. 85).

 

Autore De Caussade J. P.

C’è un tempo in cui l’anima vive in Dio e ce n’è uno nel quale Dio vive nell’ anima. Quello che è proprio a uno di questi tempi, è contrario all’ altro. Quando Dio vive nell’anima, questa deve abbandonarsi totalmente alla sua provvidenza; quando l’anima vive in Dio, essa si munisce con cura e con regolarità di tutti i mezzi che ritiene in grado di condurla a questa unione. Tutti i suoi pensieri, le sue letture, i suoi programmi, le sue revisioni sono fissati; è come se avesse una guida al fianco da cui tutto è regolato, perfino il tempo di parlare. Quando Dio vive nell’anima, essa non ha più niente che le venga da se stessa. Non ha che quello che le dà, in ogni momento, il principio che la sorregge: nessuna provvista, non più vie tracciate; è come un bambino che viene condotto dove si vuole e che ha solo il sentimento per distinguere le cose che gli si presentano. Non ci sono più libri indicati per quest’anima; molto spesso essa è priva di un direttore fisso e Dio la lascia senz’altro appoggio che lui solo. La sua dimora è nelle tenebre, nell’oblio, nell’abbandono, nella morte e nel nulla. Sente i suoi bisogni e le sue miserie senza sapere da dove ne quando le verrà il soccorso. Attende in pace e senza inquietudine che venga chi l’assisterà, i suoi occhi guardano soltanto il cielo. E Dio, che non potrebbe trovare nella sua sposa disposizioni più pure di questa totale rinuncia a tutto quello che essa è per non essere che per grazia e per operazione divina, le fornisce al momento opportuno i libri, i pensieri, la conoscenza di se stessa, gli avvertimenti, i consigli, gli esempi dei giusti. (DE CAUSSADE J. P., l’abbandono alla divina Provvidenza, S. Paolo 1986, pp. 27-28).

 

Autore Merton Thomas

Dio getta un ponte tra Se stesso e gli spiriti creati per amarLo per mezzo delle missioni soprannaturali della Sua stessa vita. Il Padre, dimorando nell’intimo di tutte le cose e di me stesso, mi comunica il Suo Verbo e il Suo Spirito.

Ricevendoli sono attirato nella Sua stessa vita e conosco Dio nel Suo stesso amore, essendo uno con Lui nel Suo Figlio. […]. Quando acconsento alla volontà e alla misericordia di Dio come si presentano a me negli avvenimenti della vita, facendo appello al mio io interiore e risvegliando la mia fede, io mi apro un varco attraverso le apparenze esteriori, superficiali, che formano la visione abituale che ho del mondo e di me stesso e mi trovo alla presenza di una maestà nascosta. […].
E’ una maestà che noi non vediamo con i nostri occhi, è tutta dentro di noi stessi. È la missione voluta dal Padre e svolta dal Verbo e dallo Spirito nell’intimo del nostro essere. È una maestà che ci viene comunicata, che viene condivisa con noi, così che tutto il nostro essere è ripieno del dono della gloria e risponde con l’adorazione. Questa è la «misericordia di Dio» rivelataci dalle missioni segrete nelle quali Egli dà Se stesso a noi, e risveglia la nostra identità quali figli ed eredi del Suo Regno. Questo è il Regno di Dio in noi, e per la venuta di questo Regno noi preghiamo ogni volta che recitiamo il «Padre nostro».
Nella rivelazione della misericordia e della maestà giungiamo ad una oscura intuizione del nostro segreto personale, della nostra vera identità. Il nostro io intimo si risveglia, in un lampo momentaneo, in un istante di riconoscimento quando diciamo «Sì» alle Tre Persone Divine che abitano in noi. Siamo solo veramente noi stessi quando consentiamo totalmente a «ricevere» la gloria di Dio in noi stessi. Il nostro vero io è, allora, l’io che riceve liberamente e gioiosamente quelle missioni che sono il dono supremo di Dio ai Suoi figli. (MERTON T., Semi di contemplazione, B. TASSO – E. LANTE ROSPIGLIOSI (Edd), Ed. Garzanti, 1991, pp. 52-53 )

 

Autore Nouwen H. J.

Sono stato condotto in un luogo interiore dove non ero stato prima. È il luogo dentro di me dove Dio ha scelto di dimorare. È il luogo in cui mi sento al sicuro nell’abbraccio di un Padre tutto amore che mi chiama per nome e mi dice: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». È il luogo in cui posso assaporare la gioia e la pace che non sono di questo mondo.

Questo luogo era sempre esistito. Ero sempre stato consapevole che fosse fonte di grazia. Ma non ero stato capace di entrare in esso e di viverci veramente. Gesù dice. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Queste parole mi hanno sempre colpito profondamente. Io sono la casa di Dio! (NOUWEN H., L’abbraccio benedicente, BRICCHI M. (Ed), Queriniana, 2011, p. 29-30).

 

Autore Merton Thomas

il Cristianesimo non è solo una dottrina o un sistema di credenze: è Cristo che vive in noi ed unisce gli uomini gli uni agli altri nella Sua propria vita e nella Sua propria unità. […]. Per conoscere ed amare Dio quale Egli è, occorre che Dio dimori in noi in un modo nuovo non solo con la Sua potenza creatrice, ma con la Sua misericordia; non solo con la Sua immensità, ma con la Sua piccolezza con la quale Egli svuota Se stesso e scende giù fino a noi per essere vuoto del nostro vuoto e così riempirci della Sua pienezza.

Così Dio getta un ponte tra Se stesso e gli spiriti creati per amarLo per mezzo delle missioni soprannaturali della Sua stessa vita. Il Padre, dimorando nell’intimo di tutte le cose e di me stesso, mi comunica il Suo Verbo e il Suo Spirito. Ricevendoli sono attirato nella Sua stessa vita e conosco Dio nel Suo stesso amore, essendo uno con Lui nel Suo Figlio. […].
È la missione voluta dal Padre e svolta dal Verbo e dallo Spirito nell’intimo del nostro essere. È una maestà che ci viene comunicata, che viene condivisa con noi, così che tutto il nostro essere è ripieno del dono della gloria e risponde con l’adorazione. (MERTON T., Semi di contemplazione).

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Luglio, 2024