Autore Guglielmo di Saint-Thierry
O immagine di Dio, riconosci la tua dignità, rifulga in te l’effigie dell’Autore! […]. Sii tutta presente a te stessa e usa tutta te stessa per conoscere te e colui di cui sei immagine, per discernere e comprendere chi sei e che cosa puoi in lui, di cui sei immagine. Sta’ salda nel grado in cui ti trovi, non soccombere, non degenerare. (GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY, Commento al Cantico dei Cantici, C. FALCHINI (Ed), Magnano 1991, p. 83).
Autore Rupnik Marco Ivan
Creato ad immagine di Dio (l’uomo) non può fare a meno di riferirsi al Prototipo, all’originale di cui egli è l’immagine. Per natura, l’uomo alza il suo sguardo costantemente verso una sorta di modello. […].
Se noi, immagine di Dio, orientiamo noi stessi, la nostra intelligenza, il nostro sguardo, il nostro spirito, verso Cristo, allora sperimentiamo la nostra storia come una storia dell’amore di Dio che in ogni istante è capace di trasformare e trasfigurare il nostro vissuto. C’è così una reciprocità, un dialogo, in cui l’uomo non si trova mai da solo. Qualsiasi cosa ci possa accadere, qualsiasi peccato possiamo commettere, ci troviamo di fronte ad un gesto ancora più straordinario di Cristo nel redimerci.
Se è vero che l’originale a cui ci rifacciamo è per noi un modello – quindi anche una sorta di legge – esso è inscindibilmente unito al Volto misericordioso di cristo, all’incessante riversarsi della misericordia di Dio. Infatti non si può parlare di un vero e proprio modello, dal momento che si tratta di una persona vivente, di un organismo dell’amore, dunque di una realtà assolutamente dinamica che lascia da parte ogni fossilizzazione, ogni idea fissa, statica, che ci renderebbe un oggetto. Dal momento che il Prototipo è un organismo vivente, la Persona assoluta in senso teologico, è evidente che anche l’uomo – sua immagine – non è una realtà statica, decifrabile solo ad un livello formale. L’immagine non è cioè un’impronta formale, uno schema da assumere, ma è anch’essa un organismo vivente, una persona creata nella partecipazione dello stesso Amore che costituisce la vita divina. L’immagine rimanda allora ad una dimensione personale in comunione con il suo Prototipo, è il luogo di manifestazione del Prototipo, della sua azione creatrice e redentrice. Pertanto l’immagine ha in sé il dinamismo di una adesione sempre più piena al Prototipo. Questo vuol dire che l’immagine si realizza pienamente quando manifesta il Prototipo. (RUPNIK MARKO IVAN, l’esame di coscienza. Per vivere da redenti, Lipa Srl 2020, pp. 19-21).