Autore Taulero G.
«HA FATTO BENE OGNI COSA; FA UDIRE I SORDI E FA PARLARE I MUTI» – Ci è utile esaminare da vicino ciò che rende sordo l’uomo. Per aver prestato orecchio alle insinuazioni del Nemico, per aver ascoltato le sue parole, i nostri progenitori sono divenuti sordi per primi. E dopo di loro, anche noi, di modo che non possiamo più ascoltare né capire le ispirazioni degne di amore del Verbo eterno. Eppure sappiamo bene che il Verbo eterno abita nel nostro intimo, ed è così ineffabilmente vicino a noi e in noi che il nostro stesso essere, la nostra natura, i nostri pensieri, quanto possiamo chiamare, dire o capire, non è tanto vicino a noi né ci è tanto intimamente presente quanto il Verbo eterno. E proprio il Verbo parla senza sosta nell’uomo. L’uomo però non ode tutto questo a causa della grave sordità da cui è stato colpito… Allo stesso tempo, è stato colpito nelle sue altre facoltà, tanto da diventare anche muto fino a non conoscere se stesso. Se volesse parlare del suo intimo, non potrebbe farlo, non sapendo dove si trovi, e non conoscendo come si esprima[…].
Cos’è dunque quel suggerimento nocivo del Nemico? È tutto il disordine che lui ti fa vedere sotto un aspetto scintillante e che ti persuade di accettare servendosi dell’amore o della ricerca delle cose create, di questo mondo e di quanto gli si riallaccia: beni, onori, persino amici e parenti, anzi la tua stessa natura, in somma tutto ciò che ti viene portato dal gusto dei beni di questo mondo decaduto. In questo consiste il suo consiglio…
Allora viene il nostro Signore: egli mette il suo dito nell’orecchio dell’uomo, e con la saliva gli tocca la lingua, e l’uomo ritrova la parola. (TAULERO G., Omelia 49).
Autore Pascasio Radberto s.
Ogni giorno il Signore guarisce l’anima di chi lo implora, lo adora piamente e proclama con fede queste parole: « Signore, se vuoi, puoi guarirmi », e questo qualunque sia il numero delle sue colpe. « Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia » (Rom 10,10). Ci occorre dunque rivolgere a Dio le nostre richieste, con la massima fiducia, senza mettere per niente in dubbio la sua potenza. […].
Per questo motivo il Signore risponde subito al lebbroso che lo supplica: « Lo voglio ». Appena infatti il peccatore ha cominciato a pregare con fede, la mano del Signore si mette a curare la lebbra della sua anima. […]
Quel lebbroso ci dà proprio un buon consiglio sul modo di pregare. Non mette in dubbio la volontà del Signore, come se rifiutasse di credere nella sua bontà. Ma, consapevole della gravità delle sue colpe, non vuole neppure dar per scontata questa volontà. Dicendo che il Signore, se lo vuole, può guarirlo, afferma che tale potere appartiene al Signore, e allo stesso tempo, afferma la sua fede… Se la fede è debole, deve prima essere rafforzata. Solo allora essa rivelerà tutta la sua potenza per ottenere la guarigione dell’anima e del corpo.
L’apostolo Pietro parla senza dubbio di tale fede quando dice: « Ha purificato i loro cuori con la fede » (At 15,9)… La fede pura, vissuta nella carità, mantenuta dalla perseveranza, paziente nell’attesa, umile nella sua affermazione, salda nella fiducia, piena di rispetto nella preghiera e ricca di sapienza in quello che chiede, è certa di ricevere in ogni circostanza questa parola del Signore: « Lo voglio ». (PASCASIO RADBERTO S., Commento al vangelo di Matteo, 5, 8; CCM 56 A, 475-476).