Autore Marmion Columba
Nel giorno del giudizio, tutti, senza eccezione, proclameranno, con la convinzione prodotta dall’evidenza, l’infinita giustizia di Dio e la perfetta dirittura dei suoi giudizi (Ps. CXVIII, 137). Coloro che Dio avrà per sempre cacciati lontani da sé riconosceranno che essi sono gli artefici della propria rovina. Ora, questo non sarebbe vero se i reprobi non avessero avuto la possibilità di conoscere e di accettare la luce divina della fede. È contrario non solo all’infinita bontà di Dio ma altresì alla sua giustizia, condannare un’anima per la sua ignoranza invincibile. […]. Se al giorno del giudizio finale Dio ci domanda: perché non siete giunti all’altezza della vostra vocazione? Perché non siete arrivati a quella santità cui io vi chiamavo? Noi non potremo allora rispondere: «Signore, la mia debolezza è stata troppo grande, le difficoltà insormontabili, le prove al di sopra delle mie forze». Dio ci risponderà: «Di per voi stessi, è verissimo che non potevate nulla, ma io vi ho dato mio Figlio, nel quale niente vi mancò di quanto era necessario; la sua grazia è onnipotente e per mezzo di lui voi potevate unirvi alla sorgente della vita». (MARMION COLUMBA B., conoscere Cristo nei suoi misteri, capp. VIII; XX).