Autore Agostino d’Ippona s.
Quando dopo aver raggiunto una qualche somiglianza con Dio, comincerai ad avvicinarti a lui e a sentirlo nel tuo profondo, quanto più crescerà in te la carità – poiché anche la carità è Dio (Cfr.: 1Gv 4, 8) – tanto più sentirai un qualcosa che dicevi e non dicevi. Prima di aver avuto tale sensazione infatti credevi di poter esprimere Dio a parole, ma appena cominci a gustarla riconosci che sei incapace di esprimere quello che senti. […] Ascolta allora ciò che dice il salmo: Terre tutte, giubilate al Signore! Comprenderai il giubilo di tutta la terra se anche tu giubili al Signore. Giubila al Signore! Non disperdere il tuo giubilo in tante altre cose. […].Considera infine che tutte le cose create più o meno possono essere espresse a parole, mentre Dio è l’unico ineffabile, Colui che “disse” e tutte le cose furono create. “Disse” e noi siamo stati fatti (Sal 32, 9); ma se noi vogliamo parlare di lui non siamo in grado di farlo. La sua Parola, per mezzo della quale siamo stati “detti” (cioè creati), è il Figlio suo; Colui che si fece debole come noi affinché noi, deboli, potessimo parlarne in qualche modo. Noi possiamo rispondere alla parola di Dio col giubilo, ma non possiamo davvero rispondere con le parole a quella Parola. Perciò: Giubilate al Signore, o terra tutta! (AGOSTINO D’IPPONA S., Commento ai salmi di lode, Ed. Paoline 1986, p. 162-163).