Autore Ruusbroec G.
EBREZZA SPIRITUALE – Il piacere del cuore conduce all’ebbrezza spirituale. La si ha quest’ebbrezza quando uno percepisce più gioia e gusto spirituale di quanto il suo cuore possa desiderare e contenere. Quest’ebrezza spirituale porta a dei gesti strani e inconsueti. In tale stato, per l’abbondanza della loro intima gioia, alcuni prorompono in canti e lodi di Dio. Altri, per la troppa gioia del cuore, si sciolgono in lacrime. Alcuni vibrano in tutto il corpo, al punto da non poter star fermi, e si sentono irresistibilmente spinti a correre, saltare, tripudiare e battere le mani. Altri si chiudono nel silenzio e si liquefanno. C’è chi pensa che tutti sentano ciò che sente lui e chi invece crede che nessuno abbia mai provato ciò che lui prova. Più spesso ancora alcuni s’aspettano che tale delizia non finirà mai e che essi, comunque, non potrebbero più vivere senza di essa. Altri sentono anche come se Dio appartenesse solo a loro e tutto a loro. Moltissimi si meravigliano che non siano tutti spirituali e immersi in Dio. Questa certamente, anche quanto al casto piacere del corpo, è la più dolce vita che un uomo possa vivere sulla terra. (AMOROSO F. (Ed), Giovanni Ruusbroec. Lo splendore delle nozze spirituali, Città nuova 1992, pp. 100-101).