Autore Giovanni della Croce s.
GUIDE INCAPACI – Io sono stato indotto a ciò non dal potere che vedo in me per una così difficile impresa, ma dalla confidenza che ho nel Signore che mi aiuterà a dirne qualcosa, per la grande necessità che hanno molte anime: le quali cominciando il cammino della virtù e volendole Nostro Signor porre in questa notte oscura – affinché passino da lì all’unione divina – non passano oltre, talvolta per non volervi o per non lasciarvisi introdurre, talvolta per non intenderlo bene e non avere delle guide capaci e sveglie che le conducano fino alla vetta. E così è cosa degna di compassione vedere molte anime alle quali Dio dà talento e grazie per passare oltre (che disponendovisi semplicemente perverrebbero a quest’alto stato) dimorare nondimeno in un modo basso di trattare con Dio, per non volere o non sapere, o per errore di chi li guida e insegna loro a distaccarsi da questi inizi. […] Perché alcuni confessori e padri spirituali, non avendo la luce e l’esperienza di questi cammini, sono soliti nuocere e ostacolare queste anime piuttosto che aiutarle e farle avanzare sul cammino: simili agli operai della torre di Babele che dovendo fornire materiale adatto ne davano, e applicavano un altro molto differente, perché non s’intendevano fra loro, e perciò non si faceva niente. […] Per questo in tali momenti,è cosa così dura e penosa che un’anima non capisca sé stessa, e non trovi nessuno che la capisca! Perché accadrà che Dio la conduca per un altissimo cammino di contemplazione oscura e di aridità, in cui le sembra di essere perduta, ed essendo cosí piena d’oscurità, di travagli, di affanni e di tentazioni, ella incontrerà alcuni, come i consolatori di Giobbe, che le diranno che è malinconia, desolazione o qualche umore, e che potrà essere qualche malizia nascosta per cui Dio l’ha abbandonata. E ben presto essi giudicano che quest’anima deve essere stata molto cattiva poiché soffre tali cose. (GIOVANNI DELLA CROCE s., Salita del monte Carmelo, Prologo, nn. 3-4).
Autore Giovanni della Croce s.
ANIME INDISCRETE – […]. E benchè infine Nostro Signore le favorisca tanto da farle passare senza questo né quello, esse arrivano nondimeno, molto più tardi e con più pena e meno merito per non essere state remissive con Dio, lasciandosi mettere liberamente nel puro e certo cammino dell’unione. Perché per quanto sia vero che Dio che le guida possa condurle senza tali aiuti, tuttavia non lasciandosi condurre, camminano meno, resistendo alla loro guida, e non meritano tanto, perché non applicano la volontà: e in ciò soffrono di più. Perché vi sono anime che invece di abbandonarsi a Dio e di avvantaggiarsi delle sue grazie, ostacolano Dio con la loro operazione indiscreta o la loro ripugnanza: simili in ciò ai bambini che non volendo che le loro madri li portino, gridano e si ostinano affinché li si lasci camminare a terra; e così essi non avanzano e se fanno alcuni passi, sono sempre passi di bambini. (GIOVANNI DELLA CROCE s., Salita del monte Carmelo, Prologo n.3).