Canto

Autore Merton Thomas

CANTO GREGORIANO – È un calore austero, il calore del canto Gregoriano. È più profondo di ogni ordinaria emozione, ed è per questo che non se ne è mai stanchi. Non ci tormenta mai con meschini richiami alla nostra sensibilità. Invece di trascinarci in campo aperto dove i nostri nemici, il demonio, l’immaginazione e l’innata volgarità della corrotta natura possono aggredirci con le loro lame e farci a pezzi, esso ci rinchiude in noi stessi, dove siamo cullati nella pace e nei ricordi e dove troviamo Dio.

Riposiamo in Lui ed Egli ci risana con la sua segreta saggezza. (MERTON T., La montagna dalle sette balze, Garzanti 2004, p. 452)

 

Autore Agostino d’Ippona s.

CANTO NUOVO – Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore da tutta la terra (Sl 33). Se tutta la terra canta un cantico nuovo, mentre canta viene costruita la casa. Poiché lo stesso atto del cantare è un costruire, a condizione però che non si canti il cantico vecchio. Tale cantico lo canta la cupidigia della carne; il cantico nuovo invece lo canta la carità di Dio. Qualunque cosa tu canti, il tuo cantico è vecchio se a cantare ti spinge la cupidigia. Quand’anche dalla tua bocca uscissero le parole del cantico nuovo, non è bella la lode sulle tue labbra se sei peccatore (Cfr.: Sir 15,9). È meglio tacere rinnovati, che cantare rimanendo vecchi. Poiché se sei divenuto nuovo e taci, benché la tua voce non giunga agli orecchi degli uomini, il tuo cuore canta però interiormente il cantico nuovo e questo canto sale agli orecchi di Dio che ti ha rinnovato. Tu ami, e se anche taci, l’amore è di per sé una voce che sale a Dio: è il cantico nuovo. (AGOSTINO D’IPPONA S., Commento ai salmi di lode, Ed. Paoline 1986, p. 138).

 

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Novembre, 2024