Assunzione

Autore Nicola Cabasilas

Bisognava che la Vergine fosse compagna del Figlio in tutto quello che riguardava la nostra salvezza. E come avendogli dato il sangue e la carne, in cambio fu resa partecipe dei suoi benefici, allo stesso modo condivise anche la sua angoscia e tutti i suoi dolori. Egli fu confitto alla croce ed ebbe il cuore trafitto dalla lancia; a lei, come predisse il profeta Simeone, una spada trapassò il cuore.

Così, per prima divenne conforme, in una morte simile a quella del Salvatore (Rm 6, 5). Perciò prima di tutti fu partecipe anche della risurrezione. Infatti, dopo aver goduto della visione e del saluto del Figlio risorto che aveva annientato la tirannide dell’inferno, lo accompagnò quanto le fu possibile finché salì al cielo. E dopo l’ascensione del Salvatore fu deputata a tenere il posto di lui in mezzo agli apostoli e gli altri discepoli, aggiungendo così ai tanti benefici concessi agli uomini, quello di completare quel che mancava del Cristo (Col 1, 24), molto meglio di chiunque altro. A chi infatti conveniva tutto questo più che alla Madre ?

Ma bisognava che quell’anima santissima si staccasse da quel corpo altrettanto sacro. Lo lascia infatti, e si unisce all’anima del Figlio, luce creata alla luce increata. Il corpo poi, rimasto per poco sulla terra, salì anch’esso al cielo. (NICOLA CABASILAS S., Omelia sulla dormizione della Madre di Dio ; PG 19, 390-391).

 

Autore Bossuet J. B.

O amore di Maria, o ardente amore della Vergine, tu sei troppo ardente, troppo vasto […] un corpo mortale non può trattenerti; […] è troppo bruciante il tuo ardore perché possa celarsi sotto questa povera cenere! Va’ […] brilla nell’eternità, va’, ardi, brucia davanti al trono di Dio, […] spegniti, moltiplicati nel seno di questo Dio, solo capace di contenerti. (BOSSUET, J. B., La Madonna.Discorsi, Brescia 1943, p.414).

 

Autore Giovanni Damasceno s.

O Madre di Dio, sempre vergine, la tua santa dipartita dal mondo è veramente un passaggio, un’entrata nella dimora di Dio. Esci dal mondo della materia, entri in “una patria migliore” (Eb 11,16).  Il cielo ha accolto con gioia la tua anima: ” Chi è colei che sale dal deserto, sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole?” (Ct 8,5; 6,10)… “Il Re ti ha introdotta nelle sue stanze” (Ct 1,4) e gli angeli danno gloria a colei che è la madre del loro maestro, per natura e in verità secondo il piano di Dio… Gli apostoli hanno portato il tuo corpo senza macchia, tu vera arca dell’alleanza, e l’hanno deposto nel santo sepolcro. E là, come attraverso un altro Giordano, sei giunta alla vera Terra promessa, voglio dire alla “Gerusalemme di lassù”, madre di tutti i credenti (Ga 4,26), di cui Dio è l’architetto e costruttore. Poiché la tua anima certamente “non è stata abbandonata negli inferi, né tanto meno la tua carne vide corruzione” (Sal 16,10; At 2,31). Il tuo corpo puro, senza macchia, non è stato abbandonato alla terra, ma sei stata portata nelle dimore del Regno dei Cieli, tu la regina, la sovrana, la signora, la Madre di Dio, la vera Theotokos… Oggi ci avviciniamo a te, nostra regina, Madre di Dio e vergine; volgiamo le nostre anime alla speranza che sei per noi… Vogliamo onorarti con “salmi, inni, cantici spirituali” (Ef 5,19). Onorando la serva, diciamo il nostro affetto al Maestro comune… Oh regina, madre del buon Sovrano, getta il tuo sguardo su di noi; guidaci al porto senza tempesta del buon desiderio di Dio. (GIOVANNII DAMASCENO S., Omelia 1 sulla Dormizione, 11-14).

 

Autore LONGCHAMP de.MAX HUOT

Un “corpo a corpo” ci renderà “così come egli è”. Tale è la glorificazione che Gesù domandava per i suoi discepoli: abbraccia esattamente ciò che la Chiesa definisce assunzione nel caso della Vergine Maria e che sappiamo essere la norma del destino di ogni cristiano. […] morendo d’amore sulla croce, Gesù consuma la sua unione con la nostra umanità; morendo d’amore sulla sua croce, il suo discepolo “consuma perfettamente il matrimonio spirituale. (MaX HUOT DE LONGCHAMP, Ressusciter d’entre les morts. Esperance chrétienne et raison, Édition du Carmel 2004, pp. 78; 80-81;84-85. La traduzione è nostra).

 

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