Autore Malaval F.
Chi si annienta alla presenza di Dio non pretende di stabilire la perfezione nel suo annientamento, ma ha fiducia che Dio colmerà questo nulla di tutto ciò che è egli stesso e si svuota per riempirsi. In verità più la creatura sarà distrutta più il creatore sarà glorificato in lei. […] Svuotatevi, Filotea, e Dio vi riempirà: questo vuoto volontario è un fondo da cui Dio trae molte forme differenti e mirabili. Ci sono luci e tenebre, tenerezze e secchezze, gioie e sofferenze, ma soprattutto un grande distacco da tutto ciò che non è Dio, perfino dalle sue grazie e dai suoi favori, per attaccarsi inviolabilmente a Dio solo. (MALAVAL F. Pratica facile per elevare l’anima alla contemplazione, Dial. II, colloquio 10°).
Autore Stein E. (S. Teresa Benedetta della Croce)
- E VIRTÚ TEOLOGALI E S. – Lo spoliamento esigito dall’unione trasformante viene operato nell’intelletto con la fede, nella memoria con la speranza, nella volontà con l’amore.
Relativamente alla fede è già stato dimostrato come costituisca per l’intelletto una conoscenza sicura ma oscura. Essa mostra Dio come luce inaccessibile,come incomprensibile – infinito, di fronte a cui tutte le forze naturali cedono e quindi riconduce l’intelletto al suo nulla totale: esso conosce la sua propria impotenza e la grandezza di Dio.
Allo stesso modo, la speranza getta la memoria nel vuoto, in cui è costretta ad occuparsi di qualche cosa che non le appartiene. […] Essa ci insegna a sperare tutto da Dio e nulla da noi stessi e dalle altre creature: ad attendere da Lui una beatitudine senza fine e perciò a rinunciare ad ogni gusto e possesso in questa vita. Infine, l’amore rende libera la volontà da tutte le cose, poiché deve amare Dio sopra tutto. Tutto questo, però, è possibile solo quando è annullato il desiderio per ogni creatura creata. Tale cammino di simile spoliamento è indicato come il cammino stretto che solo pochi trovano. Il cammino che conduce all’alto monte della perfezione e può venire percorso solo da coloro che nessun peso fa retrocedere. Il cammino della Croce su cui il Signore invita i suoi discepoli. […]. Odiare la propria anima e perciò salvarla significa rinunciare per amore di Cristo […]. Bere il calice con il Signore significa morire alla natura sensualmente e spiritualmente. Solo così si può salire lo stretto cammino. (STEIN E., Scientia Crucis, DOBNER C. (Ed), Editrice O.C.D. 2008, pp. 68-69).
Autore Stein E. (S. Teresa Benedetta della Croce)
SPOLIAMENTO DELLA MEMORIA – Dobbiamo liberare la memoria da tutti gli ostacoli naturali che interrompono il cammino, per poi innalzarla sopra se stessa, cioè da quella ormai circoscritta conoscenza e da ogni possesso sensibile, verso la somma speranza dell’incomprensibile Dio. In primo luogo deve essere svestita da ogni conoscenza e immagine acquisita per mezzo del senso sensibile. […] Una tale eliminazione delle potenze capita solo all’inizio dell’unione, non più nei perfetti. In costoro tutto viene guidato dallo Spirito Santo;egli li avverte nel tempo esatto di quanto devono fare, così rimangono preservati dagli errori nel comportamento esterno tipici dello stadio di transizione. La purificazione perfetta è quindi passiva e sperimentata come opera di Dio. […]. Tutte le volte che si presentano immagini o conoscenze, si deve allontanarle e rivolgersi a Dio. L’ anima deve dedicarsi a questi ricordi solo nella misura in cui lo esige l’adempimento dei suoi doveri. Deve però accadere senza alcun attacco e gusto, perché non assorbano completamente l’anima. (STEIN E. S., Scientia Crucis, Dobner C. (Ed), Editrice OCD 2008, pp. 91;99).