Autore Malaval F.
Quando il contemplativo va a messa, non può non ricordarsi che la messa che desidera ascoltare è una rappresentazione o piuttosto una continuazione del sacrificio che nostro Signore offrì sulla Croce: ecco un pensiero dell’umanità di Gesù Cristo che per semplice che sia, è sufficiente all’anima contemplativa per elevarsi a Dio e per ascoltare questa messa nella vista di Dio, come Gesù Cristo stesso fa il suo sacrificio nella vista di Dio. Ciò vale infinitamente di più di tutte le meditazioni e di tutte le preghiere sulla messa, che si potrebbero adoperare, poiché secondo la dottrina che vi ho spiegato, l’anima che crede con la fede ciò che la messa gli rappresenta, crede di questo augusto sacrificio tutto ciò che Dio ne conosce. E visto che l’azione deve seguire la fede, è sicuro che l’anima che professa di credere nel presente mistero tutto ciò che Dio vi conosce, vuole agire anche e operare in esso nel modo più eccellente e glorificante in cui Dio vorrebbe che ella agisca e operi. Ma riconoscendo l’impotenza in cui si trova di non far niente per Dio, ella si annienta alla sua presenza; è come se dicesse senza dirlo: Mio Dio, vorrei avere un amore infinito e un’umiltà infinita per rispondere all’eccellenza di questo mistero; dal momento che non sono capace di queste disposizioni, mi spoglio volentieri di tutti i miei atti e di tutte le mie pratiche, volendo essere qui solo per unire la mia volontà alla vostra e comportarmi in questo mistero secondo tutta la conoscenza che voi avete della sua dignità. (Malaval F. Pratica facile per elevare l’anima alla contemplazione, dial I)
Autore Rupnik Marco Ivan
SACRIFICI – Non si possono scegliere i sacrifici o le vie dove si prevedono i sacrifici, pensando che questa scelta sia il cammino della croce e che pertanto porti sicuramente alla risurrezione. Bisogna piuttosto essere sicuri di trovarsi sulla scia dell’amore cioè trovarsi sulla scia del volere divino, trovarsi all’interno dell’intima dinamica della vocazione spirituale. Chi si muove in questa dinamica non si procura da solo notti, sacrifici, mortificazioni, ma accetta quelli che gli procura la vita stessa e gli altri. (M. I. RUPNIK, Cerco i miei fratelli. Lectio divina su Giuseppe d’Egitto, Lipa 2002, p.40).