Quaresima

Autore Leone Magno s.

«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza» (2 Cor 6,2).
Tutti i cuori sono dunque tenuti ad applicarsi maggiormente al loro profitto spirituale, animarsi di una fiducia più grande, mentre il ritorno di questo giorno in cui siamo stati riscattati ci invita a tutti gli esercizi di pietà: così celebreremo, con il corpo e l’anima purificati, il mistero per eccellenza, quello della Passione del Signore.
Questo tempo è quello della dolcezza e della pazienza, della pace e della tranquillità; evitando il contagio da tutti i vizi, ci fa acquistare la stabilità delle virtù. La forza delle anime pie impari a perdonare gli errori, ad ignorare gli affronti e a dimenticare le ingiurie. La sobrietà delle anime religiose non sia triste ma santa; non si trovi in esse alcun mormorio di lamentela poiché la consolazione delle gioie sante non manca loro mai. Nelle opere di misericordia, non si tema l’assottigliamento delle risorse terrene poiché la povertà cristiana è sempre ricca: nel Signore di ogni cosa a lei è dato di possedere ogni cosa. (LEONE MAGNO S., 4° Sermone sulla Quaresima in MAX HUOT DE LONGCHAMP, Quaresima per i fannulloni… alla scuola dei santi 10, Il Pozzo di Giacobbe 2007, p. 8).

 

Autore Pietro Crisologo s.

Fratelli miei, cominciamo oggi il grande viaggio della Quaresima. Portiamo dunque sulla nostra nave ogni provvigione di cibo e bevande, e soprattutto un’abbondante misericordia di cui avremo bisogno. Poiché il digiuno ha fame, il digiuno ha sete, se non si nutre di bontà, se non si disseta di misericordia. Il nostro digiuno ha freddo, non resiste se non lo copre il vello dell’elemosina, se non lo avvolge il vestito della compassione.
Fratelli, ciò che la primavera è per la terra, la misericordia è per il digiuno: il dolce vento primaverile fa fiorire tutte le gemme delle piante; la misericordia del digiuno fa spuntare tutti i nostri semi fino alla fioritura, fa loro portar frutto fino alla raccolta celeste. Ciò che è l’olio per la lampada, lo è la bontà per il digiuno. Come la materia grassa dell’olio accende la luce della lampada e, con così poco cibo, la fa brillare per confortare l’intera notte, così la bontà fa risplendere il digiuno: esso getta raggi fino a raggiungere la pienezza della continenza. Ciò che il sole è per il giorno, l’elemosina lo è per il digiuno: lo splendore del sole accresce la luminosità del giorno, dissipa l’oscurità delle nubi; l’elemosina col digiuno ne santifica la santità e, grazie alla luce della bontà, scaccia dai nostri desideri tutto ciò che potrebbe portare morte. Insomma, ciò che il corpo è per l’anima, la generosità, per così dire, ne occupa il posto per il digiuno: quando l’anima si ritira dal corpo, gli porta la morte; se la generosità si allontana dal digiuno, è la sua morte. (PIETRO CRISOLOGO, Discorso 8; CCL 24, 59; PL 52, 208).

 

Autore LONGCHAMP de.MAX HUOT

Tradizionalmente la quaresima ci invita a rimetterci nelle disposizioni del nostro battesimo attraverso le pratiche abituali di questo tempo forte della Chiesa: il digiuno, la preghiera e la condivisione. Si tratta di «rivestire l’uomo nuovo» (Ef 4,24): il cristiano vive ciò che Cristo ha vissuto nei giorni della sua vita terrena e che vuole continuare a vivere nei suoi discepoli, che sono «membra del suo corpo». Il cristiano digiuna perché Gesù ha digiunato quaranta giorni nel deserto; prega perché Cristo ha pregato; pratica l’elemosina perché i poveri sono stati i primi destinatari del Vangelo. La nostra quaresima sarà quella che Gesù vivrà in noi e in questo primo giorno si tratta di formare questa intenzione di unirci strettamente a Lui, perché nel giorno di Pasqua la grazia del nostro battesimo ritrovi tutta la sua vitalità. (LONGCHAMP de.MAX HUOT, in Quaresima per i fannulloni… Alla scuola dei santi 16, Il Pozzo di Giacobbe 2021, p. 6).

 

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Novembre, 2024