Autore Merton Thomas
PERICOLI DELLA VITA SPIRITUALE – Il vero grande pericolo con cui si misura ogni uomo che prende sul serio l’esperienza spirituale è il pericolo di ritenersi «illuminato». Si tratta di prendere la propria esperienza soggettiva in modo così serio che diventa più importante della verità, più importante di Dio. Quando l’esperienza spirituale diventa oggettivata, finisce per diventare un idolo.
È per tale ragione che ho sottolineato il pericolo della ricerca della «felicità» come obiettivo della vita contemplativa. È il più pericoloso perché la soddisfazione che ricaviamo dalle cose spirituali è pura e perfetta. È la più difficile da sottoporre a una critica oggettiva.
Di qui il pericolo di attribuire un’importanza esclusiva a ciò che sperimentiamo noi stessi e di credere che ogni intuizione ci venga da Dio. I peggiori errori possono essere presi per verità quando una persona ha dimenticato come criticare i movimenti che sorgono nella sua anima rivestiti della luce dell’ispirazione.
Ciò che conta nell’esperienza spirituale non è la sua interiorità, o la sua purezza naturale, o la gioia, la luce, l’esaltazione e l’effetto trasformante che sembra avere: queste cose sono secondarie e accidentali. Ciò che conta veramente non è ciò che si sente, ma ciò che succede veramente al di là del livello del sentire o dell’esperienza. Nell’autentica contemplazione, ciò che avviene è un contatto tra la realtà più profonda della persona creata e la realtà infinita di Dio. L’esperienza che accompagna questo contatto può essere un segno più o meno fedele di ciò che è avvenuto. Ma l’esperienza, la visione, l’intuizione, è solo un segno e, per di più, può essere dissociato da qualsiasi realtà ed essere una forma semplicemente vuota. L’illuminato è qualcuno che si attacca al segno, all’esperienza, senza tener conto della sostanza invisibile di un contatto che trascende l’esperienza. (MERTON T., L’esperienza interiore. Note sulla contemplazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, pp. 177-180).