Perfezione

Autore Max Huot De Longchamp

Delineando il Monte della Perfezione, san Giovanni della Croce indica il cammino di questo giubilo. Molto curiosamente vi leggiamo, ripetuto infinitamente, ” nulla, nulla, nulla, nulla, nulla…” ed è questo “nulla” che conduce all’onore e alla gloria di Dio, a questa gloria di Dio che è l’uomo vivente, vivente della sua vita, ci dice sant’Ireneo. Su questo disegno egli indica anche le strade che non conducono al giubilo, quella dei beni della terra “cammino dello spirito smarrito,” ma anche quella dei beni del cielo, “cammino dello spirito imperfetto” ed egli aggiunge: “né per di qua, né per di là”. Sia nell’uno che nell’altro ci sono, in effetti, degli ostacoli. Dobbiamo dunque concludere che san Giovanni della Croce sia dottore del Nulla? Si, se comprendiamo che questo nulla non è il vuoto di un’anima distrutta dagli sforzi operati su se stessa, ma è quella pienezza iniziale dalla quale, la parola di Dio, ex nihilo, trae fuori ogni cosa. Allora, non si tratta più di un rifiuto, di una distruzione, si tratta di una creazione e più precisamente di un’assunzione, perché su questa montagna dove dimora solo la gloria di Dio, ogni cosa é ricevuta nella sua radice e nella sua compiutezza. E se dopo quattro secoli san Giovanni della Croce vibra e ci fa vibrare così forte, è perché su questa montagna, Cristo gli ha dato tutto, nel momento stesso in cui egli ha dato tutto a Cristo. È da lì che egli oggi ci parla, c’invita e ci attira quando al termine della ricerca del Diletto ci rivela infine il suo nome “Gesù, sposo dolcissimo, a cui ritornano ogni onore e gloria”. (LONGCHAMP de MAX HUOT, Saint Jean de la Croix. Pour lire le Docteur Mistique, Fac-éditions, Paris 1991, p.43. La traduzione è nostra)

 

Autore Teresa di Lisieux s.

Gesù si è degnato di istruirmi su questo mistero: mi ha messo davanti agli occhi il libro della natura, e ho capito come tutti i fiori che ha creato sono belli e che lo splendore della rosa e il candore del giglio nulla tolgono al profumo della violetta o all’affascinante semplicità della pratolina […] Ho capito che, se tutti i piccoli fiori volessero essere rose, la natura perderebbe il suo addobbo primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini […] Lo stesso accade nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù. Ha voluto creare i grandi Santi che si possono paragonare ai Gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono accontentarsi di essere pratoline o violette, destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando lo abbassa ai suoi piedi. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere quel che vuole che siamo. (TERESA DI LISIEUX, Storia di un’anima, Àncora, Milano 1993, p. 37).

 

Autore Teresa di Lisieux s.

Quando ho capito che cosa sia la perfezione, compresi che per diventare una santa  bisognava soffrire molto, ricercare sempre il massimo della perfezione, e soprattutto dimenticare se stessi; ho capito che ci sono molti gradi di perfezione, e che ogni anima è libera di rispondere alle proposte di Nostro Signore, di fare molto o poco per Lui, in una parola di scegliere tra i sacrifici che egli chiede. Allora, come in quel giorno della mia prima infanzia, ho esclamato: «Dio mio io scelgo tutto. Non voglio essere una santa a metà, non ho paura di soffrire per te, se temo qualcosa è solo di tenermi la mia volontà: prendila perché io scelgo tutto quello che tu vuoi!» (TERESA DI LISIEUX, Storia di un’anima, Àncora, Milano 1993, p. 54).

 

Autore Francesco di Sales s.

GERARCHIA DELLE PERFEZIONI – Senza dubbio, Teotimo, la bellezza rimane senza effetto, inutile e morta, se la luminosità e lo splendore non le danno vivacità ed efficacia, per cui diciamo che i colori sono vivi quando hanno splendore e lucentezza. Quanto poi alle cose animate e viventi, la loro bellezza non è completa se non è unita alla grazia: che, oltre all’ armonia di parti perfette, cosa che di per sé costituisce la bellezza, aggiunge l’armonia dei movimenti, dei gesti, delle azioni, che è come l’anima e la vita della bellezza delle cose viventi. Così, nella suprema bellezza del nostro Dio riconosciamo l’unione, anzi l’unità dell’essenza nella distinzione delle Persone, con l’infinita chiarezza, congiunta all’armonia incomprensibile di tutte le perfezioni delle azioni e dei movimenti, compresi tutti in modo supremo e, per così dire, uniti e perfettamente composti nell’unica e semplicissima perfezione del puro atto divino che è Dio stesso, che non muta e non cambia. Dio dunque, volendo rendere tutte le cose buone e belle, ha ricondotto la loro moltitudine e distinzione ad una perfetta unità e, per così dire le ha ordinate in monarchia, facendo in modo che tutte fossero collegate strettamente le une alle altre e tutte insieme a lui, che è il suo supremo monarca. Egli aduna tutti i membri in un sol corpo sotto un solo capo; di molte persone forma una famiglia; di molte famiglie una città, di molte città una provincia, di molte province un regno; e sottomette il regno a un solo re. (Francesco Di Sales s., Trattato dell’amor di Dio, RUGGERO BALDONI (Edd), San Paolo 2011, p. 111).

 

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Novembre, 2024