Autore Grignion de Monfort L. M. s.
IMMANENZA TRINITARIA – Maria è il santuario e il riposo della santa Trinità, dove Dio Si trova in modo magnifico e divino più che in qualsiasi altro luogo dell’universo, non eccettuata la sua dimora sui cherubini e serafini. A nessuna creatura, anche se purissima, è permesso entrarvi senza uno speciale privilegio. […]. È la magnificenza dell’Altissimo, dove questi nascose, come nel proprio seno, il suo unico Figlio, ed in lui tutto quanto egli ha di eccellente e di più prezioso. […] È il mondo di Dio, grande e divino, dove si trovano bellezze e tesori ineffabili. (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, par. 6).
Autore Grignion de Monfort L. M. s.
MEDIATRICE DI GRAZIE – Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua fedele Sposa, i suoi doni ineffabili. L’ha scelta quale dispensatrice di tutto ciò che possiede: di modo che ella distribuisce a chi vuole, quanto vuole, come vuole e quando vuole, tutti i suoi doni e le sue grazie . Nessun dono del cielo è concesso agli uomini che non passi per le mani verginali di lei. IL volere di Dio è, infatti, che tutto ci venga donato per mezzo di Maria. (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, par. 25).
Autore Grignion de Monfort L. M. s.
CONFORMAZIONE A MARIA – Dio Spirito Santo vuol formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei (Maria) e le dice: “Metti radici nei miei eletti” : mia prediletta e mia sposa, poni la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia. Io mi sono tanto compiaciuto in te, quando vivevi sulla terra, nell’esercizio delle più alte virtù che desidero trovarti ancora sulla terra, senza che per questo tu abbia a lasciare il cielo. Riproduciti pertanto nei miei eletti, perché io possa vedere in loro con intima gioia le radici della tua fede invincibile, della tua umiltà profonda, della tua mortificazione universale, della tua orazione sublime, della tua carità ardente, della tua ferma speranza e di tutte le tue virtù. Tu sei sempre la mia sposa più fedele, più pura e più feconda che mai. La tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua fecondità eletti e templi. (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, par. 34).
Autore Grignion de Monfort L. M. s.
MARIA AIUTO DEI CRISTIANI – Per il fatto che la santissima Vergine è necessaria a Dio, di una necessità detta ipotetica, e cioè derivante dalla sua volontà, bisogna dire che ella è ancor più necessaria agli uomini per raggiungere il loro ultimo fine. […]
“Esserti devoto, o Vergine santa –dice san Giovanni Damasceno – è un’arma di salvezza che Dio dà a coloro che vuol salvare” (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, parr. 39, 41).
Autore Grignion de Monfort L. M. s.
NUOVA EVA – Ciò che Lucifero ha perduto con l’orgoglio, Maria l’ha conquistato con l’umiltà. Ciò che Eva ha dannato e perduto con la disobbedienza, Maria l’ha salvato con l’obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, ha rovinato con se tutti i suoi figli, che abbandonò in potere del demonio. Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, ha salvato con sé tutti i suoi figli e servi, che consacrò alla sua Maestà . (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, par. 53).
Autore Grignion de Monfort L. M. s.
DIVINIZZAZIONE DI MARIA – Tu sei, o Signore, sempre con Maria e Maria è sempre con te; né ella può essere senza di te, altrimenti non sarebbe più quello che è. Ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non vive più, non è più. Tu solo, mio Gesù, vivi e regni in lei più perfettamente che in tutti gli angeli e beati. (GRIGNION DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione a Maria, par. 63).
Autore Anselmo D’Aosta s.
Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell’uomo o disposte per la sua utilità, si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall’oppressione e avevano perso vivezza per l’abuso di coloro che s’erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall’uso degli uomini che lodano Dio.
Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall’alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.
Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl’inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.
O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l’unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.
Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te. (ANSELMO D’AOSTA S., Discorsi, 52, PL 158, 955-956).
Autore Elisabetta della Trinità s.
PREGHIERA A MARIA – O Maria, tu sei il modello delle anime interiori, delle creature che Dio ha scelto a vivere al di dentro, nel fondo dell’abisso senza fondo […]. Come sei bella quando ti contemplo nel tuo lungo martirio, così serena in quella tua maestà che spira a un tempo forza e dolcezza. Avevi ben appreso dal Verbo stesso come devono soffrire coloro che il Padre chiama a essere vittime, coloro che Egli ha deciso di associare alla grande opera di redenzione […]. Tu rimani in piedi accanto alla croce forte ed eroica e il Maestro mi dice: “Ecco tua Madre”. Così ti ha data a me per madre. Ora che è tornato al Padre suo e mi ha collocata al suo posto sulla croce, perché soffra nel mio corpo ciò che manca alla sua passione per il suo corpo che è la Chiesa, tu, o Vergine santa, sei ancora là per insegnarmi a soffrire come lui, per farmi udire quegli ultimi canti della sua anima che nessuno al di fuori di te ha potuto percepire. ELISABETTA DELLA TRINITÀ, 2 Ritiro, 15).
Autore Moliniè M. D.
RIFUGIO DEI CRISTIANI – Chiediamo alla Madonna un po’ della sua aria e rifugiamoci, noi così complicati, all’ombra della sua semplicità, una semplicità senza eresia perché senza idee proprie, una semplicità che non pone alcun limite alla potenza e all’amore misericordioso di Gesù. Non sappiamo vedere le cose come sono, cioè magnifiche e dolci, rimaniamo perciò vicino a Lei, temendo ciò che può venire da noi, e chiedendoLe di insegnarci ad aprire gli occhi. (MOLINIÉ M. D., Il coraggio di avere paura, Ed. Parva 2006, p. 13).
Autore Francesco di Sales s.
Quando faccio confronti, non intendo assolutamente parlare in alcun modo della Santissima Vergine Madre, Nostra Signora. O Dio, proprio no, perché lei è figlia di una dilezione incomparabile, la colomba unica in tutto, la Sposa tutta perfetta(Ct 6, 8). Su questa celeste Regina, esprimo di tutto cuore questo amoroso e sincero pensiero: che almeno al termine dei suoi giorni mortali la sua carità ha superato quella dei Serafini; perché se molte figlie hanno accumulato ricchezze, lei le ha superate tutte (Pro 31, 299). Tutti i santi e gli Angeli non sono paragonabili che alle stelle e il primo di loro ha la più bella: ma lei è bella come la luna, facilmente individuabile e distinta da tutti i santi, come il sole tra gli astri (Ct 6, 9).[…]. Come l’amianto, minerale prezioso, conserva per sempre il fuoco che ha ricevuto (S. Agostino, La Città di Dio) per una sua particolare proprietà, così il cuore della Vergine Madre rimase perpetuamente infiammato del santo amore ricevuto dal Figlio. Con questa differenza, però: se è vero che il fuoco dell’ amianto non può essere spento, non può nemmeno essere aumentato; le sacre fiamme della Vergine, invece, non potendo né morire, né diminuire, né rimanere uguali, non hanno mai cessato di crescere smisuratamente fino al cielo, al luogo della loro origine; tant’è vero che questa Madre è la Madre del bell’ Amore (Sir 24, 24),ossia la più amabile come la più amante, e la più amante come la più amata Madre di quell’unico Figlio, che è anche il più amabile, il più amante e il più amato Figlio di quell’unica Madre. (FRANCESCO DI SALES S., Trattato dell’amor di Dio, R. BALDONI (Ed), San Paolo 2011, p. 298).
Autore Benedetto XVI
CUSTODE DELLA PAROLA – Maria è la donna dell’ascolto: lo vediamo nell’incontro con l’Angelo e lo rivediamo in tutte le scene della sua vita, dalle nozze di Cana, fino alla croce e fino al giorno di Pentecoste…Nel momento dell’annuncio possiamo cogliere già l’atteggiamento dell’ascolto – un ascolto vero, un ascolto da interiorizzare, che non dice semplicemente sì, ma assimila la Parola, prende la Parola – e poi far seguire la vera obbedienza, come se fosse una Parola interiorizzata, cioè divenuta Parola in me e per me […]. Così la Parola diventa incarnazione.
Lo stesso vediamo nel Magnificat. Sappiamo che è un tessuto fatto di parole dell’Antico Testamento. Vediamo che Maria realmente è una donna di ascolto, che conosceva nel cuore la Scrittura. Non conosceva solo alcuni testi, ma era così identificata con la Parola che le parole dell’Antico Testamento diventano, sintetizzate, un canto nel suo cuore e nelle sua labbra. Vediamo che realmente la sua vita era penetrata della Parola; era entrata nella Parola, l’aveva assimilata ed era divenuta vita in sé, trasformandosi poi di nuovo in Parola di lode e di annuncio della grandezza di Dio […].
Madonna è parola dell’ascolto, parola silenziosa, ma anche parola della lode, dell’annuncio, perché la Parola nell’ascolto diventa di nuovo carne e diventa così presenza della grandezza di Dio. (BENEDETTO XVI, Discorso del 26/02/2009 al clero della diocesi di Roma, Libreria Editrice Vaticana).
Autore Agostino d’Ippona s.
Cfr.: Immacolata
Autore Eadmer di Canterbury s.
Cfr.: Immacolata
Autore Elisabetta della Trinità s.
«Se tu conoscessi il dono di Dio» diceva un giorno Cristo alla samaritana (Gv 4,10). Ma cos’è questo dono di Dio se non lui stesso ? E, ci dice il discepolo prediletto: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11). San Giovanni Battista potrebbe ancora dire per il bene delle anime questa parola di rimprovero: « In mezzo a voi – in voi – sta uno che voi non conoscete » (Gv 1,26 ; cfr Lc 17,21).
C’è una creatura che conobbe il dono di Dio, una creatura che non ne perse una briciola, una creatura tanto pura e luminosa da sembrare lei stessa la Luce: “Speculum justitiae Specchio di giustizia”. Una creatura la cui vita fu così semplice, così persa in Dio che non c’è quasi nulla da dire.
«Virgo fidelis» : è la Vergine fedele, «colei che serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,19.51). Stava in tale umiltà e raccoglimento davanti a Dio, nel segreto del Tempio, che attirò il compiacimento della santa Trinità: «Perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Il Padre vide questa creatura tanto bella e ignara della sua bellezza, e volle farla madre nel tempo di colui di cui è il Padre nell’eternità. Allora intervenne lo Spirito d’amore che presiede a tutte le operazioni di Dio; la Vergine disse il suo fiat: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» e si compì il più grande dei misteri. E perché il Verbo discese in lei Maria appartenne per sempre a Dio. (ELISABETTA DELLA TRINITA’, ll Cielo nella fede (primo ritiro), decimo giorno).
Autore Guerrico D’Igny b.
MADRE DEI VIVENTI – Maria è beata fra tutti i beati, lei che è stata scelta prima e più di tutti gli altri santi. Il Signore l’ha scelta come dimora, dicendo: “Questo è il mio riposo per sempre; qui abiterò, perché l’ho desiderato” (Sal 132,14). Per nove mesi ha abitato in lei; per molti anni ha abitato con lei e le è stato sottomesso… Ora che è in lei e con lei per sempre, in un modo che supera la nostra comprensione, la colma della gloria che vedono i beati. Le dà esternamente la gloria nel corpo; interiormente, imprime in lei la gloria del Verbo. […].
L’unica Vergine e Madre, che può gloriarsi di aver messo al mondo l’Unigenito del Padre, abbraccia con amore questo Figlio in tutte le sue membra (Ef 5,30) e non arrossisce di essere chiamata la madre di tutti coloro in cui vede Cristo già formato o in divenire. La prima Eva… è stata chiamata “madre di tutti i viventi” (Gen 3,20), ma in realtà è stata … la madre di coloro che muoiono… Poiché la prima Eva non ha realizzato fedelmente quanto significa il suo nome, Maria ne ha realizzato il mistero. Come la Chiesa, di cui è il simbolo, lei è la madre di tutti coloro che rinascono alla vita. Sì, è la madre della Vita che fa vivere tutti gli uomini (Gv 11,25; 5,25ss). Mettendo al mondo la Vita, ha fatto nascere in certo modo alla vita nuova coloro che avrebbero trovato la vita in Cristo-Vita. […].
Per questo motivo la madre beata di Cristo, riconoscendosi madre dei cristiani a causa di questo mistero, si manifesta anche loro madre con la sollecitudine e il suo tenero affetto […]. Ed ora noi “abitiamo al riparo” della Madre “dell’Altissimo”, “siamo da lei protetti, all’ombra delle sue ali” (Sal 91,1; 17,8). Più tardi, condivideremo la sua gloria e saremo riscaldati sul suo cuore poiché il Re della gloria ha posto in lei il suo trono. (GUERRICO D’IGNY B., Primo discorso per l’Assunta, 1-4 ; SC 202).
Autore Geltrude di Helfta s.
Esulti la gloriosa Vergine Maria, tua madre!
Ti benedica, mio Dio, mia dolcezza, la santa gloria della tua divinità di cui hai degnato di colmare nei nove mesi il casto seno della Vergine Maria. Ti benedica l’altissima potenza della tua divinità che si è chinata fin nel profondo di questa valle verginale. Ti benedica l’onnipotenza così ingegnosa, o Dio altissimo, che ha sparso sulla rosa verginale tanta virtù, grazia e bellezza, come tu hai desiderato. Ti benedica la tua ammirabile sapienza, la cui grazia abbondante ha fatto sì che tutta la vita di Maria, nel corpo e contemporaneamente nell’anima, fosse conforme alla tua dignità. Ti benedica il tuo amore forte, saggio e dolcissimo, che ha fatto sì che tu, fiore e sposo della verginità, diventassi figlio di una vergine […].
Esultino a te, per me, il cuore degnissimo e l’anima della gloriosissima Vergine Maria, tua madre, che hai scelta per essere tua madre a causa della necessità della mia salvezza, affinché sempre sia accessibile per me la sua materna clemenza. Esulti a te la cura fedelissima che hai preso di me, procurandomi un’avvocata e patrona così potente e buona, per mezzo della quale io possa facilmente ottenere la tua grazia e in chi, lo credo con fiducia, mi hai riservato la tua eterna misericordia. Esulti a te il mirabile tabernacolo della tua gloria, che solo ti ha servito degnamente quando ti offriva una santa abitazione, e per il quale puoi perfettamente supplire, per te stesso, al posto mio, in misura della lode e della gloria che ti devo. (GERTRUDE DI HELFTA, Esercizi VI, SC 127).