Autore Moliniè M. D.
COMANDAMENTO NUOVO – La legge data agli Ebrei era una legge d’amore; Cristo lo ha sufficientemente ricordato. Nell’Antico Testamento la liturgia rituale, nella quale il cuore umano tende a indugiare con compiacenza, ha molta importanza; ma questo culto esteriore ha senso unicamente grazie al culto interiore, cioè grazie all’adorazione.
Fin dalla chiamata di Abramo, Dio ha cercato adoratori in spirito e verità; Egli però ha incontrato cuori di pietra, ed è il dramma di Israele. Lungo tutto il corso di questa storia, lo Spirito Santo ha suscitato tuttavia dei veri adoratori fra il suo popolo. Perché vi sia adorazione, bisogna avere una luce profonda e penetrante sul nostro nulla di fronte a Dio; ma è anche e soprattutto necessario cantare questa evidenza con gioia. Per farlo, occorre però qualcosa di diverso dalla semplice evidenza, occorre l’amore.
Quest’amore ci sembra talmente straordinario che l’attribuiamo alla grazia, mentre viene dalla natura. Non lo capiamo perché abbiamo smesso di essere innocenti. In realtà ogni natura innocente è portata a lodare Dio, ad offrirsi a Lui e a perdersi in Lui. Questo slancio d’amore non è riservato alle creature intelligenti: l’intero dinamismo dell’universo è trascinato dall’amore di Dio. Non siamo nient’altro che un pezzettino della Sua gloria. (MOLINIÉ M. D., Il coraggio di avere paura, Ed. Parva 2006, pp. 31-32).