Autore Guglielmo di Saint-Thierry
Fin quando dici alla sposa: “Vado e torno” e non rimani con lei in eterno, o Sposo delle anime caste, altrettanto a lungo tu permetti, per un provvido consiglio della tua Sapienza, che siano talvolta da te afflitte e si struggano nell’amore del tuo Amore, purificandole nel crogiuolo della loro povertà, attirandole a te con più forza proprio mediante la difficoltà dell’accoglierle. Talvolta, invece, spontaneamente apri ai tuoi piccoli la dolcezza della tua grazia e non respingi chi giunge fino a te, e permetti loro di giacere e di piangere sul tuo seno, dove piangendo non voglion essere consolati, poiché stiman cosa ottima e dolce piangere davanti a te, Signore loro Dio. E quando ti degni di asciugare le lacrime che scorrono, esse scorrono ancora di più, anche perché la mano stessa di te che le asciughi diventa per essi soave causa di un indefinito dolore che colpisce e che blandisce, o Amore, a causa del quale soffrire è gioia grande, gioire nel quale è somma beatitudune. (GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY, Commento al Cantico dei Cantici, C. FALCHINI (Ed), Quiqajon 1991, pp. 62-63).