L’imperativo di Gesù: Pregate in ogni momento, (Lc 21, 36 nn.) vuole stabilire il cristiano in un rapporto di intima comunione con il Signore.
«Pregate incessantemente» (1 Ts 5,17), «rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo». (Ef 5,20), «pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi» (Ef 6,18). «Non ci è stato comandato di lavorare, di vegliare e di digiunare continuamente, mentre la preghiera incessante è una legge per noi. Questo ardore instancabile non può venire che dall’amore. Contro la nostra pesantezza e la nostra pigrizia il combattimento della preghiera è il combattimento dell’amore umile, confidente, perseverante» (CCC 2742).
La Liturgia delle Ore nutre lo spirito dei credenti nei momenti principali della giornata e prima del riposo notturno, in maniera che il tempo e il lavoro vengano santificati dalla preghiera. «Nella liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa Città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro dei santi e del vero tabernacolo; con tutte le schiere della milizia celeste cantiamo al Signore l’inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di ottenere un qualche posto con essi; aspettiamo, quale Salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli comparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria». (Vat II, SC).
L’orazione è «unione alla preghiera di Cristo nella misura in cui fa partecipare al suo mistero. Il mistero di Cristo è celebrato dalla Chiesa nell’Eucaristia, e lo Spirito Santo lo fa vivere nella preghiera contemplativa, affinché sia manifestato attraverso la carità in atto». (CCC 2718).
Nella pratica dell’orazione i cristiani accolgono l’invito di Gesù: «Venite in disparte, in un luogo solitario e riposatevi un po» (Mc 6, 31). L’orazione è il luogo del riposo, nel quale il Signore accoglie l’orante che, nell’ascolto della Parola e nella semplice attenzione amorosa a Dio presente, gusta quanto è buono il Signore, ricevendo nell’amore tutti i tesori della Sapienza e della Scienza. Nella preghiera contemplativa, infatti, cresce la comprensione della Parola di Dio, meditata nel cuore dei credenti, attraverso l’intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali (Cfr.: Vat. II, DVII, 8).
Coloro che hanno perseverato nell’orazione alzano un po’ il velo sui segreti dello Sposo e della sposa – dei quali non è lecito parlare, ma neppure tacere – spiegando cos’è l’orazione e facendoci pregustare le delizie di questa dolce intimità.
«L’orazione è un esercizio interiore col quale si ricerca, nella propria anima il godimento e la fruizione di Dio nostro bene sovrano, rimpiangendo fortemente la sua assenza e la sua perdita e, di più, desiderando la sua presenza e la sua acquisizione; è un cammino spirituale verso Dio per riposarsi, inabissarsi e tuffarsi completamente nel suo amore». (Costatino di Barbançon, I sentieri segreti dell’Amore divino, II, I).
L’orazione è una Pasqua per l’anima, delle delizie e degli abbracci con Dio, un bacio di pace tra lo Sposo e la Sposa, un sabato spirituale durante il quale Dio si ricrea in lei, una casa di gioia sul monte Libano, dove il vero Salomone trova le sue delizie tra i figli degli uomini. L’orazione è una salita dell’anima al di sopra di se stessa e di tutto il creato, per unirsi a Dio e inabissarsi in questo oceano di dolcezza e d’amore infiniti». (Giovanni della Croce, Avvisi spirituali, 5, II)