Autore Agostino s.
Per l’onore di Nostro Signore non voglio che sia questione della Santa Vergine quando si tratta del peccato. Sappiamo infatti che al fine di vincere da ogni parte il peccato, le è stata concessa una grazia più grande per Il fatto stesso che ha meritato di concepire e partorire colui che, certamente, non ebbe alcun peccato. (AGOSTINO S., Sulla natura e la grazia, 42).
Autore Eadmer di Canterbury s.
Se Geremia fu santificato fin dal seno materno per essere profeta delle nazioni e se Giovanni, che doveva precedere il Signore nello spirito e nella virtù di Elia, fu ripieno di Spirito Santo fin dal ventre di sua madre, chi oserebbe pretendere che l’unico propiziatorio di tutto l’universo e il dolcissimo repositorio del Figlio di Dio Onnipotente, sia stato privato dell’illuminazione dello Spirito Santo all’origine stessa della sua concezione? La Scrittura ne dà testimonianza: lo Spirito soffia dove vuole. Ella è stata dunque libera da schiavitù riguardo a ogni peccato, lei che la presenza e l’operazione dello Spirito Santo edificavano come un palazzo per il propiziatoriodi tutti i peccati, in cui e da cui questo propiziatorio [cioè il Figlio di Dio] si sarebbe fatto uomo in maniera personale. […] Se vi fu qualcosa del peccato originale e della comune corruzione nella generazione della Vergine, ciò fu da parte di coloro che la generarono e non in lei che fu generata. […] il Figlio di Dio ha voluto farsi uomo, ma in modo che in lui nulla si trovasse, per niente al mondo, unito a ciò che aveva disunito l’uomo dal suo Dio. A motivo di questa legge, conveniva che la Madre da cui quest’uomo sarebbe stato creato, fosse pura da ogni peccato. Senza ciò, come realizzare in maniera così perfetta l’unione della carne con la purezza suprema, come nell’Incarnazione l’uomo e Dio sarebbero uno, al punto tale che tutto ciò che è di Dio sarebbe dell’uomo e tutto ciò che è dell’uomo sarebbe di Dio? […] Dio poteva dunque trarre dalla massa peccatrice, una natura umana pura da ogni macchia di peccato; da questa natura egli doveva ricevere nell’unità della sua persona, una natura umana integrale, senza diminuire nulla della sua divinità. Maria fu predestinata e preordinata a quest’opera ammirabile, ineffabile e incomparabile rispetto a tutte le opere di Dio. (EADMER DI CANTERBURY S., La Concezione di santa Maria, 9-17).
Autore Faber W.
Il Verbo nel seno del Padre cerca un’altra dimora, una dimora creata. Sembrerà che egli lasci la sua dimora increata e tuttavia non la lascerà. Sembrerà che egli si sia lasciato attirare fuori dalla sua cinta, mentre in realtà continuerà a riempirla delle sue delizie, come ha sempre fatto. Egli uscirà e tuttavia resterà, nello stesso tempo che uscirà. Dove andrà, dunque? Quale genere di dimora converrà a Colui la cui dimora è il seno del Padre; a Colui che creerà questa dimora e la chiamerà alla felicità della sua esistenza? […] La sua dimora sarà sufficientemente meravigliosa, perché non c’è alcun limite alla sua sapienza; essa sarà sufficientemente gloriosa, perché non c’è alcun limite alla sua potenza; essa gli sarà cara al di là di tutto ciò che possiamo dire o pensare, perché non c’è alcun termine al suo amore. […] La sua dimora creata sarà una dimora tale che la potenza di un Dio, la sapienza di un Dio, l’amore di un Dio potranno sceglierla fra tutto ciò che è possibile a un Dio realizzare […] Il Verbo glorioso, adorabile ed eterno, nel vasto spazio offerto alla sua libera scelta, ha predestinato il seno di Maria per essere la sua dimora creata e ha formato con un amore pieno di compiacenza, il Cuore immacolato che egli stesso doveva occupare. (FABER W., Betlemme, cap. II).
Autore Giovanni Damasceno s.
Oggi il Creatore di ogni cosa, Dio il Verbo, ha composto un’opera nuova, effusa dal cuore del Padre per essere scritta, come con uno stilo, dallo Spirito che è la lingua di Dio. […] Figlia santissima di Gioacchino e Anna, che sei sfuggita agli sguardi dei Principati e delle Potenze e «alle frecce infuocate del Maligno» (Col 1,16; Ef 6,16), sei vissuta nella stanza nuziale dello Spirito e sei stata conservata intatta per diventare sposa di Dio e Madre di Dio per natura. […]. Figlia amata da Dio, onore dei tuoi genitori, le generazioni delle generazioni ti dicono beata, come tu l’hai affermato con verità (Lc 1,48). Figlia degna di Dio, bellezza della natura umana, riabilitazione di Eva nostra prima madre! Perché grazie alla tua nascita, colei che era caduta viene risollevata. […]. Se, con la prima Eva «è entrata la morte» (Sap 2,24; Rm 5,12), perché si era messa al servizio del serpente, Maria, invece, che si è fatta serva della volontà divina, ha ingannato il serpente ingannatore e introdotto nel mondo l’immortalità. Tu sei più preziosa di tutta la creazione, perché da te sola il Creatore ha ricevuto in eredità le primizie della nostra umanità. La sua carne è stata fatta dalla tua carne, il suo sangue dal tuo sangue; Dio si è nutrito del tuo latte, e le tue labbra hanno toccato le labbra di Dio. […]. Nella prescienza della tua dignità, il Dio dell’universo ti ha amata; e, poiché ti amava, ti ha predestinata e «negli ultimi tempi» (1Pt 1,20) ti ha chiamata all’esistenza…Taccia il sapientissimo Salomone; non dica più: «Non c’è niente di nuovo sotto il sole» (Qo, 1,9). (GIOVANNI DAMASCENO S., Omelia per la Natività della Vergine, 7-10).
Autore Giovanni Paolo II S.
La Lettera agli Efesini (Ef 1,3-4) parlando della «gloria della grazia» che «Dio Padre ci ha dato nel suo Figlio diletto», aggiunge: «In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue» (Ef 1,7). Secondo la dottrina, formulata in solenni documenti della Chiesa, questa «gloria della grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fatto che ella è stata «redenta in modo più sublime» (Pio IX).
In virtù della ricchezza della grazia del Figlio diletto, a motivo dei meriti redentivi di colui che doveva diventare suo Figlio, Maria è stata preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sin dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza, ella appartiene a Cristo, partecipa della grazia salvifica e santificante e di quell’amore che ha il suo inizio nel «Diletto», nel Figlio dell’eterno Padre, che mediante l’incarnazione è divenuto il suo proprio Figlio. Perciò, per opera dello Spirito Santo, nell’ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa, nell’ordine della generazione terrena, diede la vita come madre… E poiché questa «vita nuova» Maria la riceve in una pienezza corrispondente all’amore del Figlio verso la Madre, e dunque alla dignità della maternità divina, l’angelo all’annunciazione la chiama «piena di grazia». (GIOVANNI PAOLO II B, Enciclica Redemptoris Mater, 7, 10, Libreria Editrice Vaticana).
Autore Andrea di Creta s.
Dio ci concesse doni al di sopra della natura e al di sopra della contingenza per mezzo di una donna […], della quale, la bellezza dell’anima si elevò ad un’altezza tanto infinitamente infinita che il Cristo, immensa bellezza, si compiacque della bellezza di lei, e proprio attraverso di lei giunse alla sua seconda generazione, ma senza padre.