PROLOGO – GESÙ, MARIA, GIUSEPPE
Essendomi stato comandato da colui che mi fa le veci di Dio per dirigermi nelle sue vie, di mettere per iscritto quel che mi sarà possibile riguardo alle grazie e ai favori che la sua divina Maestà mi ha fatti nel dono di orazione° che le è piaciuto donarmi, comincerò la mia obbedienza per il suo onore e per la sua più grande gloria, nel nome del sovradorabile° Verbo Incarnato, mio celeste e divino Sposo.
PRIMO STATO DI ORAZIONE
Fin dalla mia infanzia, la divina Maestà volle mettere nella mia anima le disposizioni per renderla il suo tempio e il ricettacolo dei suoi misericordiosi favori. Così, quando avevo circa sette anni, una notte, durante il sonno, mi parve di trovarmi con una mia compagna nel cortile di una scuola di campagna, dove stavo compiendo qualche azione innocente. Avendo alzato gli occhi verso il cielo, lo vidi aperto, e Nostro Signore Gesù Cristo in forma umana uscirne e, attraverso l’aria, venire verso di me. Al vederlo gridai alla mia compagna: «Ah! Ecco Nostro Signore! È da me che viene!». Mi sembrava che, avendo quella ragazza commesso un’imperfezione, egli avesse scelto me a preferenza di lei, che pure era una brava ragazza. Vi era però un segreto che io non conoscevo. Mentre la sovradorabile° Maestà mi si avvicinava, il mio cuore si sentì tutto infuocato del suo amore. Cominciai a stendere le braccia per abbracciarlo. Allora lui, il più bello tra i figli degli uomini, il volto colmo d’una dolcezza e di un’attrattiva indicibili, abbracciandomi e baciandomi amorosamente, mi disse: «Vuoi essere mia?». Gli risposi: «Sì». Allora, inteso il mio consenso, lo vedemmo risalire in cielo.