Autore Barsotti D.
Creando, Dio ha dovuto in qualche modo ritirarsi in se stesso per permettere di essere alla creazione. E’ evidente che la creatura per sé, nella misura che si afferma, nega Dio. Ecco perché la nostra vita spirituale è essenzialmente umiltà. Nella nostra vita spirituale necessariamente dobbiamo far posto a Dio. Il nostro amore è quello di aprirci sempre di più finché non viva Dio solo in noi e noi siamo più che puro occhio che guarda. (BARSOTTI D., Le apparizioni del Risorto, S. Paolo, Cinisello Balsamo 2005, p.18).
Autore Giovanni Paolo II S.
CREAZIONE A IMMAGINE DI DIO – Dio fin dal principio, ha creato l’uomo e la donna a sua immagine. Dice la Scrittura: “A immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). E’ importante allora cogliere, nel libro della Genesi, questa grande verità: l’immagine di sé, che Dio ha posto nell’uomo, passa anche attraverso la complementarità dei sessi. L’uomo e la donna, che si uniscono in matrimonio, riflettono l’immagine di Dio e sono in qualche modo “rivelazione” del suo amore. Non solo dell’amore che Dio nutre verso l’essere umano, ma anche di quella misteriosa comunione che caratterizza la vita intima delle tre Persone divine.
Immagine di Dio si può considerare, inoltre, la stessa generazione, che fa di ogni famiglia un santuario della vita. L’apostolo Paolo ci dice che da Dio trae nome ogni paternità e maternità (Ef 3,15). E’ lui la sorgente ultima della vita. Si può dunque affermare che la genealogia di ogni persona affonda le radici nell’eterno. Nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio. Missione veramente sublime! Non meraviglia pertanto che Gesù abbia voluto elevare il matrimonio alla dignità di sacramento, mentre San Paolo ne parla come di un “grande mistero”, ponendolo in rapporto all’unione di Cristo con la sua Chiesa (Ef 5,32). (GIOVANNI PAOLO II, Angelus, 6 febbraio 1994).
Autore Merton Thomas
IMPRONTA DELLA SAPIENZA DI DIO – Non esistono due cose create che siano perfettamente uguali. E la loro individualità non è imperfezione. Al contrario: la perfezione di ogni cosa creata non è soltanto nella sua conformità a un tipo astratto, ma nella sua identità individuale con se stessa. Questo particolare albero darà gloria a Dio estendendo le sue radici nella terra e levando i suoi rami nell’aria e nella luce come nessun altro albero prima o poi ha fatto o farà.
Immaginate forse che le singole cose create nel mondo siano tentativi imperfetti di riprodurre un tipo ideale che il Creatore non è mai riuscito ad ottenere sulla terra? Se così fosse, le cose non Gli darebbero gloria, ma proclamerebbero che Egli non è un perfetto Creatore.
Quindi ogni essere particolare, nella sua individualità, nella sua natura ed entità concreta, con tutte le sue caratteristiche e le sue qualità particolari e la sua inviolabile identità, dà gloria a Dio con l’essere precisamente ciò che Egli vuole che sia, qui ed ora, nelle circostanze per esso disposte dal Suo amore e dalla Sua arte infinita.
Le forme e i caratteri individuali degli esseri che vivono e si sviluppano, delle cose inanimate, degli animali e dei fiori e di tutta la natura, costituiscono la loro santità agli occhi di Dio.
La loro inviolabile identità è la loro santità. È l’impronta della Sua sapienza, della Sua realtà in loro. (MERTON T., Semi di contemplazione, Tasso-Rospigliosi (Ed), Ed. Garzanti, 1991, p. 32-33).
Autore Merton Thomas
GLORIA DI DIO – La particolare rozza bellezza di questo puledro in questo giorno d’aprile su questo campo e sotto queste nubi è una santità consacrata a Dio dalla Sua stessa «sapienza creativa» e proclama la gloria di Dio.
I fiori pallidi del corniolo fuori da questa finestra sono santi. I piccoli fiori gialli che nessuno nota sul bordo di questa strada sono santi che fissano il volto di Dio. Questa foglia ha un suo tessuto, una sua venatura ed una sua forma che sono santi, e il pesce persico e la trota che si nascondono nelle profondità del fiume sono canonizzati dalla loro bellezza e dalla loro forza.
I laghi nascosti tra le colline sono santi e anche il mare, che con il suo maestoso ondeggiare dà incessante lode a Dio, è santo.
Il grande monte brullo, con tutti i suoi avvallamenti, è un altro dei santi di Dio.
Null’altro al mondo imitò od imiterà Dio nello stesso modo. E in ciò consiste la sua santità. (MERTON T., Semi di contemplazione, Tasso-Rospigliosi (Ed), Ed. Garzanti, 1991, p. 33).