Il cuore a cuore mistico
Autore: Armelle Nicolas , 1606-1671
Analfabeta, Armelle non ha scritto niente, ma ebbe il privilegio di incontrare sul suo cammino dei grandi direttori spirituali che faranno in modo che fossero trascritti i colloqui che lei ebbe, in particolare, con una delle sue amiche orsoline, Giovanna della Natività. Questo fu all’origine di una consistente opera, Trionfo dell’Amore divino nella vita di una grande serva di Dio chiamata Armelle Nicolas, pubblicata un anno dopo la sua morte, che costituisce una testimonianza di primo ordine su un’esperienza mistica di rara potenza.
Armelle prende piena coscienza del fondamento di ogni vita cristiana: una relazione stretta, cuore a cuore, con Gesù. Solitamente il cristiano sa questo per fede. E cerca di viverlo nel miglior modo possibile tramite la carità; nell’esperienza mistica, questa fede diventa luminosa e la carità calorosa. Quello che si sapeva per averlo appreso diviene evidente, e quello che si faceva per amore di Dio diviene l’amore stesso di Dio che vive in noi.
L’eucarestia è il mezzo dato da Gesù perché noi ricevessimo quaggiù la vita dell’aldilà, perché il suo cuore si riversi nel nostro: invisibile ai nostri occhi dopo l’Ascensione, egli è realmente presente sotto l’apparenza del pane, più realmente di quanto sarebbe, se fosse davanti a noi, e Armelle si vede letteralmente assorbita in colui che lei chiama “mio Amore” in tutti i suoi racconti.
Questa “fiamma santa e divina” è quella che noi vediamo nelle innumerevoli immagini del Sacro Cuore: amare è bruciare e consumare. Ma amare è essere Dio, e amare noi, per Dio, è Dio che ama se stesso in noi.
Ormai “consumata e ridotta” nel suo Amore, Armelle sperimenta ciò che Giovanni della Croce chiama “unione trasformante”, compimento della promessa di Gesù: «In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio, e voi in me ed io in voi» (Gv 14,20). Gesù ha finito di penetrare il cuore di Armelle, nella “stanza segreta” da cui la anima ormai in modo sovrannaturale: “quello non era per niente un amore umano, ma la carità di Dio stesso che era traboccante in me”.
L’orazione in domande risponde a: «La devozione al Sacro Cuore, con ciò che evoca di sensibile e di sentimentale, non è in concorrenza, se non addirittura in contraddizione, con la fede pura e semplice alla quale i santi non cessano di invitarci?».
Il tema della rubrica è: Discernere la chiamata alla preghiera