Apparizioni

Autore Barsotti D.

APPARIZIONI DI GESU’ RISORTO – Con le apparizioni del Risorto e col dono dello Spirito gli uomini entrano e vivono nel mondo della risurrezione. Viviamo già nella risurrezione. Si, noi facciamo ancora parte di questo mondo visibile e dobbiamo andare ad annunciare agli uomini la risurrezione come hanno fatto gli apostoli. […] Il discepolo partecipa già alla risurrezione del Cristo passato nel mondo divino; in quel mondo divino che il mondo non conosce e non può vedere, come dice il quarto Vangelo. […] Con la risurrezione non è solo Gesù che entra nel mondo divino, vi entrano anche coloro che lo vedono ed entrano in comunione con lui; vivono mediante lo Spirito, una comunione sempre più viva col Risorto, sì da vivere con lui una medesima vita, da partecipare con lui alla stessa filiazione del Padre, alla stessa aspirazione dal Figlio al Padre. (BARSOTTI D., Le apparizioni del Risorto, S. Paolo, Cinisello Balsamo 2005, p p.169-170).

 

Autore Barsotti D.

Le apparizioni che senso hanno? […] dapprima (gli Apostoli) hanno avuto bisogno di passare attraverso l’esperienza sensibile. Egli appare. L’apparizione garantiva gli apostoli della sua risurrezione. Per questo volle mangiare un favo di miele, fece toccare il suo corpo. Le apparizioni sono la garanzia che il Cristo volle donare della sua risurrezione. Il passaggio dell’uomo al mondo divino avviene per gradi, non è immediato. Gli apostoli entrano ora in rapporto con il Cristo, lo vedono e sanno chi sia. Viene e va, è libero e non possono trattenerlo, non sanno come, dove cercarlo; si manifesta solo se vuole. Le apparizioni introducono in un altro piano gli apostoli: li introducono nel regno di Dio. Come dice la lettera ai Colossesi, “noi non viviamo soltanto in questo mondo. Se vivessimo soltanto in questo mondo, la redenzione non sarebbe avvenuta”. (BARSOTTI D., Le apparizioni del Risorto, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, pp.16-17).

 

Autore Guerrico D’Igny b.

Quando Gesù venne dai suoi apostoli, mentre “erano chiuse le porte e si fermò in mezzo a loro, furono stupiti e spaventati poiché credevano di vedere un fantasma” (Gv 20,19; Lc 24,37). Ma quando alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22), e poi quando mandò loro dal cielo questo stesso Spirito come un nuovo dono, questo dono è stato una prova indubitabile della sua risurrezione e della sua vita nuova. Infatti è lo Spirito che testimonia nel cuore dei santi e poi con la loro bocca che Cristo è la verità, la vera risurrezione e la vita. Per cui i discepoli, che prima avevano dubitato, persino alla vista del suo corpo vivo, “con grande forza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore” (At 4,33) una volta ricevuto lo Spirito che dà la vita. È molto più vantaggioso accogliere Gesù nel nostro cuore che vederlo con i nostri occhi o sentirlo parlare. L’azione dello Spirito Santo sui nostri sensi interiori è molto più potente dell’impressione che fanno gli oggetti materiali sui nostri sensi esteriori. […].

Ora, fratelli, quale testimonianza rende la gioia del vostro cuore al vostro amore per Cristo? […]. Oggi nella Chiesa tanti messaggeri proclamano la risurrezione e il vostro cuore esulta e grida: “Gesù, mio Dio, è vivo, me l’hanno annunciato! A questa notizia, il mio spirito scoraggiato, tiepido e assopito dal dolore, ha ripreso vita. La voce che proclama la buona notizia risveglia dalla morte persino i più colpevoli…” Fratello, l’indizio da cui riconoscerai che il tuo spirito ha ripreso vita in Cristo è questo: Se dice: “Se Gesù è vivo, mi basta!” Parola di fede e ben degna degli amici di Gesù! “Se Gesù è vivo, mi basta!”. (GUERRICO D’IGNY B.,  Discorso 1 sulla risurrezione del Signore, 4; PL 185A, SC 202).

 

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Luglio, 2024