Autore Malaval F.
TEMPIO DI DIO – Avendo Dio prodotto l’anima per essere il suo tempio, l’ha creata di una capacità infinita: più ella sa più vuol sapere, più ama più vuole amare; ella ha un’inclinazione a una conoscenza infinita e un’inclinazione a un amore infinito. Difatti l’uomo non si appaga mai in questo mondo e questa è una prova della sua immortalità e della felicità sovrana per la quale è nato. Tutto ciò che possono fare gli oggetti del mondo più perfetti è di occupare l’anima, ma nulla tranne Dio può riempirla.(MALAVAL F.Pratica facile per elevare l’anima alla contemplazione, Dial. II, colloquio 12°)
Autore Autore ignoto II- III sec.
Come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo (Gv 17,16). L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. La carne odia l’anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L’anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano.
L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. L’anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l’incorruttibilità nei cieli (1 Cor 15,50). […] Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare. (ANONIMO DEL II SEC. D.C., Lettera a Diogneto, VI, SCh 33bis, 65).
Autore Merton Thomas
Le anime sono come gli atleti che hanno bisogno di antagonisti degni di esse per venire messe alla prova, impegnate al massimo e ricompensate in conformità del merito. (MERTON T., La montagna dalle sette balze, Garzanti).
Autore Merton Thomas
La vita dell’anima non è conoscenza bensì amore, poiché l’amore è l’atto della facoltà massima, la volontà, col quale l’uomo si unisce formalmente al fine ultimo di ogni sua ricerca, col quale l’uomo diventa uno con Dio. (MERTON T., La montagna dalle sette balze, Garzanti 2004, p. 229).
Autore Merton Thomas
ANIMA DEL MONACO – L’anima del monaco è una Betlemme dove Cristo viene a nascere, nel senso che Cristo nasce dove la sua somiglianza viene rimodellata dalla grazia, e dove, in modo speciale, per mezzo della carità la Sua Divinità vive con il Padre e lo Spirito Santo in questa “nuova incarnazione”, in questo “altro Cristo”. (MERTON T., La montagna dalle sette balze, Garzanti 2004, p. 452).
Autore Francesco di Sales s.
LA VETTA DELL’ANIMA, TEMPIO DI DIO – Nel tempio di Salomone c’erano tre cortili: uno per i gentili e gli stranieri che, volendosi rivolgere a Dio, venivano a Gerusalemme per adorarlo; il secondo per gli Israeliti, uomini e donne (giacché la separazione uomo- donna non fu operata da Salomone); il terzo per i sacerdoti e l’ordine dei Leviti; infine c’era il Santuario, o sacra casa, […]. La nostra ragione o, per meglio dire, la nostra anima in quanto ragionevole, è il vero tempio del sommo Iddio, il quale vi dimora in modo particolare. […] Anche in questo corpo mistico ci sono tre cortili, ossia tre diversi livelli di ragionevolezza: al primo livello ci comportiamo secondo l’esperienza dei sensi; al successivo secondo le scienze umane; al terzo secondo la fede; infine c’è un’ eccelsa e somma vetta della ragione e della facoltà spirituale, che non è guidata dalla luce della riflessione, né dalla ragione, ma da una semplice visione dell’intelletto e da semplice sentimento della volontà, in forza dei quali lo spirito aderisce e si sottomette alla verità ed alla volontà di Dio.[…]. Infatti benché la fede, la speranza e la carità comunichino il loro divino movimento a quasi tutte le facoltà dell’anima, sia ragionevoli che sensitive, conducendole e sottomettendole santamente alla loro giusta autorità, tuttavia la loro speciale dimora, la loro reale e naturale collocazione è in quella suprema vetta dell’anima dalla quale, come da una felice sorgente d’acqua viva, esse si riversano, mediante vari zampilli e ruscelli, sulla parte e sulle facoltà inferiori. (FRANCESCO DI SALES s., Trattato dell’amor di Dio, RUGGERO BALDONI (Edd), San Paolo 2011, p.148).
Autore Giovanni della Croce s.
Vedi Illuminazione