La fede, misura dell’amore
Autore: Jean-Jacques Olier, 1608-1657
Olier nella lettera di direzione spirituale indirizzata a una figlia spirituale un po’ troppo preoccupata dei vari stati della sua anima, fa appello alla fede pura e semplice, diffidando di ogni illuminismo e racchiudendo tutta la vita spirituale in un amore incondizionato alla persona di Gesù.
Dopo il peccato originale, noi preferiamo l’impressione alla realtà, ivi compreso nella vita spirituale: invece della fede tutta semplice, cioè del solo ascolto della parola di Dio, in cui sussiste ciò che è, si rimane alle apparenze e si perde così il vero gusto di Dio, che conoscono solo quelli che l’hanno sperimentato nella fede.
Non siamo, dunque, privati di nulla se la nostra orazione è secca e senza grandi sentimenti: la fede ci dona Dio stesso, con o senza visioni, e tanto meglio se la purezza di questa fede obbliga ad un amore più radicale, meno sensibile, ma tanto più intenso. In fondo, c’è meno piacere, ma tanta più felicità.
L’orazione in domande risponde a: «C’è una posizione migliore di un’altra per fare orazione?».
Il tema della rubrica è: Obbediente fino alla morte di croce