Lasciare Dio per Dio
Autore: Jeacques Nouet, 1605-1680
Jacques Nouet fu uno dei grandi educatori della fine del Secolo d’Oro della spiritualità francese.
Noi opponiamo spesso azione e contemplazione, mentre sia l’una sia l’altra si devono riferire al solo amore di Gesù, cioè alla nostra unione a lui. «Sapete che la contemplazione è meglio dell’azione e della vita attiva; ma se nella vita attiva vi si trova più unione, essa è migliore»(S. Francesco di Sales). […] «Bisogna amare l’orazione, ma occorre amarla per amore di Dio. Ora chi l’ama per amore di Dio, ne vuole quanto Dio vuole donargliene, e Dio ne vuole donare tanto quanto consente l’obbedienza» (Idem).
Quando Dio ci mostra chiaramente, tramite la voce del superiore, per chi ne ha uno, ma già attraverso le esigenze del dovere di stato o la pressione delle circostanze, che ci attendono sul campo d’azione, siamo certi che “non permetterà che le nostre occupazioni compromettano il progresso della nostra perfezione”. Dio si preoccuperà di farci agire senza che questo sia avvertito come distrazione. Meglio: il gusto di Dio che l’orazione ci avrà donato, ci inciterà ancor di più a “stringerci” a lui attraverso un’adesione perfetta alla sua volontà, quando l’azione sembrerà minacciare la nostra unione con lui, così il risultato sarà ancora una maggiore unione.
L’orazione in domande risponde a: «Qual è il ruolo della Vergine Maria nella vita di orazione? … Ma c’è rischio di abuso nel dare tanto spazio a Maria?».
Il tema della rubrica è: I santi colorano la nostra preghiera