Semi di contemplazione

Numero 142 – Novembre 2012 – Perchè fare orazione

Perchè fare orazione

Autore: Antoine de Molina, 1550-1612

Il brano qui presentato risponde a una domanda molto semplice: perché fare orazione? Anche la risposta sarà molto semplice: perché tale è il beneplacito di Dio!

 

A che serve pregare? Domanda assurda. Si prega soltanto nella gratuità, nella grazia: «È pericoloso contare i propri anni di orazione, perché si deve sempre temere di compiacersi nel pensiero di aver meritato qualcosa. Non nego che un’anima che, dopo tanti anni, persevera umilmente nell’orazione, non faccia dei progressi, e che Dio non le conceda dei favori, ma dico che essa non deve per niente ricordarsi di questi anni…» (Teresa d’Avila, Libro della vita, 39).

 

Certamente la presa di coscienza dell’amore di Dio per noi è consolante, e ogni preghiera autentica è equilibrante perché ci stabilisce nella verità della nostra filiazione divina. Resta il fatto che questa filiazione non è percepita che al “centro dell’anima”, mentre il resto della nostra coscienza può essere agitato da mille turbolenze dolorose che, pur non compromettendo questa felicità profonda, ci impediscono di sentirne il piacere, cioè l’eco nella nostra sensibilità.

 

Occorre, dunque, essere perfettamente indifferente alla nostra vita spirituale, “abbandonare l’abbandono stesso” (Fénelon). Ci resterà allora la felicità assoluta di amare Dio assolutamente, senza riguardo ai piaceri volubili degli stati d’animo, può darsi notevoli, ma che, ad ogni modo al massimo dureranno solo il tempo del nostro passaggio su questa terra: «Un buon modo per mantenersi alla presenza di Dio, è di essere, e volere, sempre e per sempre, essere nel suo beneplacito! … Perché, insomma, questo è il colmo dell’estasi amorosa di non avere la propria volontà nella propria soddisfazione, ma in quella di Dio, o di non avere la propria soddisfazione nella volontà propria, ma in quella di Dio» (S. Francesco di Sales, Trattato dell’Amore di Dio, VI,11).

 

L’orazione in domande risponde a: «S. Francesco di Sales ci dice che è l’amore a dare il valore a tutte le nostre opere. Ma l’amore non si sente e non si quantifica! Allora, come sapere se le cose si fanno con molto o con poco amore? E quale posto dare nell’amore ai sentimenti?».

 

Il tema della rubrica è: La stabilità della presenza

 

Perchè fare orazione – 142

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