Consolazione e desolazione
Autore: Honoré di Cannes,1632-1694
Honoré di Cannes lascia diverse opere di pietà legate alla sua azione missionaria. L’intenzione era di mettere i suoi uditori in orazione, e per loro scrive la sua Pratica dell’orazione mentale, di un centinaio di pagine, vendute in occasione delle sue predicazioni. Si tratta di un manuale semplice e classico, con frequenti riferimenti a san Francesco di Sales.
Come tutti i maestri, Honoré non disprezza le consolazioni nell’orazione, l’essenziale è di “non attaccarsi a esse”. Ma esse non sono che un modo mediante il quale Dio supplisce alla nostra debolezza; è permesso rallegrarsene, ma non cercare di trattenerle, e in nessun caso devono essere una condizione per la nostra applicazione nell’orazione.
Poiché Dio è in se stesso invisibile e impalpabile, “è più consueto per le anime che si dedicano all’orazione esserci senza gusto che con dolcezze”. I gusti e le dolcezze non sono che riflessi di questo Dio non percepibile dalla nostra sensibilità, e un riflesso indica sempre una dispersione di luce; quindi un’ orazione senza gusto è solo più trasparente. Invece di desolarcene, approfittiamone per fare della nostra orazione un atto di fede più radicale, che ci immerge letteralmente nella luce divina.
La fede non si regola su quello che sperimentiamo tramite il gioco naturale delle nostre facoltà, ma sulla Parola di Dio rivelata in modo soprannaturale; in questo modo la fede trasferisce in Dio la nostra conoscenza, e da lì la nostra volontà. Occorre soltanto la nostra fedeltà a “guardare sempre la volontà di Dio che si deve amare più di tutte le consolazioni”. La pratica è molto semplice: “spogliarsi di ogni cosa e di se stessi, per attaccarsi solo a Dio”. L’orazione serve per prenderne piena coscienza, e in ciò l’orazione riassume tutta la vita cristiana, come Honorè insegnava nelle sue predicazioni al popolo.
L’orazione in domande risponde a: «Qual è la differenza tra la meditazione buddhista e l’orazione contemplativa cristiana?»
Il tema della rubrica è: I rischi e l’aiuto nel percorso interiore