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Quaresima per i fannulloni … alla scuola dei santi 8

Entrando nel ciclo pasquale con i suoi cento giorni, dal Mercoledì delle Ceneri a Pentecoste, puntiamo subito l’attenzione sul Crocifisso: un tempo da lui vissuto nelle tenebre più fitte per la sua intelligenza, nella derelizione più totale per il suo cuore, ma anche per l’anima nella piena unione con Dio dal quale riceveva consolazione. È il mistero delle due nature, umana e divina, unite nell’unica persona del Verbo; è il mistero della morte che si cambia in vita già sulla terra nell’esperienza del cristiano che partecipa in modo esistenzialmente pieno alla Pasqua del Signore, per il quale un “non so che” lo guida e gli dà certezza pur in mezzo all’oscurità di indicibili sofferenze interiori ed esteriori.

Per quanto gli amici di Dio siano provati anche dal dubbio della fede e dalla tentazione della ribellione, non sopportano, come Giobbe, quelli che parlassero loro contro il Diletto, che li invitassero con “sagge” considerazioni a moderazioni e ravvedimenti o, comunque, insinuassero il dubbio che quell’esperienza allontana più che unisce al grande amore della loro vita.

È dolce iniziare la Quaresima volgendo subito lo sguardo a Colui che hanno trafitto, vivere gli esercizi più faticosi con lena e coraggio, lasciandoci attirare da Colui che ha desiderato ardentemente di mangiare la Pasqua con i “suoi”. Il libro della Passione di Cristo è il tesoro dell’eterna sapienza, che giace in noi per il battesimo ricevuto, ma che attende di essere compiuto con la nostra pagina da scrivere insieme. A. RASPANTI, in Semi di contemplazione, n° 14, Marzo 2011.

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