«Pregare sempre senza stancarsi» (Lc 18, 1). La preghiera di Gesù resta per noi un mistero, della stessa profondità del suo mistero personale di Figlio di Dio fatto uomo. La sua preghiera era un colloquio inalterato e inalterabile con il Padre. Per lui non vi erano difficoltà nella preghiera e, tuttavia, è proprio come uomo, della stessa nostra umana natura, che egli pregava; la sua preghiera nel Getsemani ce lo testimonia eloquentemente.
Gesù ha pregato suo Padre così come noi lo preghiamo, con tutto l’ardore del suo animo umano e con la semplicità di un figlio d’uomo. Così, noi lo vediamo ritirarsi nella solitudine per pregare: non soltanto per darcene l’esempio, ma proprio perché anche egli, come creatura umana, ne sentiva la necessità, e la sua preghiera era divinamente filiale, così come perfettamente filiale era il suo abbandono al Padre.
Noi non possiamo parlare della preghiera del Cristo se non balbettando: essa era l’eco, nella sua intelligenza e nella sua sensibilità umana, degli scambi di conoscenza e di amore che scaturivano dal seno stesso della Trinità. Ed è appunto là che Gesù vuole trascinarci, così che anche noi si arrivi a questa preghiera filiale. Come nostro capo, Gesù ha pregato per tutti e in nome nostro.
Il Vangelo stesso ci mostra come la sua preghiera personale fosse tutta modellata dal suo essere e dalla sua missione di salvatore, e anche quando sul Tabor egli lascia trapelare lo splendore della sua divinità, lo fa per parlarci della sua morte imminente.
Come la passione, la croce e l’offerta della sua vita hanno marcato profondamente la preghiera del Salvatore, così deve essere per ognuno di noi.
Chiamandoci a seguirlo, il Signore Gesù ci ha, allo stesso tempo, chiamati a pregare con lui. Al momento di metterci in preghiera, chiediamoci cosa stiamo per fare e perché lo facciamo. Dobbiamo pregare, innanzi tutto, perché Dio ci ha fatti per lui ed è a lui che dobbiamo tornare; e la preghiera è la molla che accelera e provoca questo moto di ritorno verso il Padre. Dobbiamo pregare, perché il Signore Gesù ci ha amati per primo e il nostro amore ne è la risposta: l’amicizia esige un dialogo intimo nel quale poter esprimere tutto l’amore e la conoscenza per l’essere che amiamo.