Autore Giovanni Crisostomo s.
È chiarissimo che questa parabola [degli operai nella vigna] si rivolge nello stesso tempo a coloro che sono stati virtuosi fin dalla giovinezza e a coloro che lo sono diventati soltanto nella vecchiaia: ai primi, nello scopo di preservarli dalla superbia e di impedire loro di rimproverare quelli delle cinque del pomeriggio; ai secondi per insegnare loro che possono meritare la stessa paga in breve tempo. Il Salvatore aveva appena parlato della rinuncia alle ricchezze, del disprezzo di tutti i beni, di virtù cioè che chiedono cuore e coraggio. C’era bisogno per questo dell’ardore e dell’energia di un’anima giovanile. Il Signore quindi riaccende in loro la fiamma della carità, rafforza i loro sentimenti e mostra loro che persino coloro che sono arrivati per ultimi ricevono la paga di tutta la giornata… Per parlare più chiaramente, certi potevano abusarne e cadere nell’indifferenza e nel rilassamento. I discepoli vedranno chiaramente che questa larghezza è un effetto della misericordia di Dio, che sola li sosterrà per meritare una così meravigliosa ricompensa… Tutte le parabole di Gesù, quelle delle vergini, della rete, delle spine, dell’albero sterile, ci invitano a dare prova della virtù nelle nostre azioni… Egli ci esorta a una vita pura e santa. Una vita santa ci costa di più che la sola purezza della fede, perché è un combattimento continuo, una grande fatica. (GIOVANNI CRISOSTOMO S., Omelie sul Vangelo di Matteo, 64).