Autore Anselmo D’Aosta s.
Non può essere che colui che è giustissimo e potentissimo non ricambi chi persevera nell’amarlo. […] Ma con che cosa lo ricambia? Nulla può essere premio adeguato a questo amore se non ciò che è superiore ad ogni natura. Che cosa dunque ricambierà il sommo bene a chi lo ama e lo desidera, se non se stesso? Qualunque altra cosa gli desse, infatti, non sarebbe adeguato, perché non ricompenserebbe l’amore, non consolerebbe l’amante, non sazierebbe il desiderio. Ché, se volesse essere amato e desiderato per donare in cambio qualcosa di diverso da sé, non vorrebbe essere amato e desiderato per sé, ma per altro; e così non vorrebbe essere amato, ma vorrebbe che un altro fosse amato: il che è impensabile. Nulla dunque di più vero di questo: che ogni anima razionale, se, come deve, cerca di desiderare, amandola la somma beatitudine, la possederà un giorno per goderne. E sarebbe stolto dubitare se ne godrà senza fine, perché, godendone, non può essere tormentata dal timore, né ingannata da una sicurezza fallace, né, avendola ormai sperimentata, potrà smettere di amarla; né la beatitudine abbandonerà chi l’ama, né vi sarà qualcosa di più potente, capace di separarle contro la loro volontà. Perciò ogni anima che abbia cominciato una volta a godere della somma beatitudine sarà eternamente beata.” (ANSELMO D’AOSTA, Monologion, LXX).