Rivelazione

Autore Gandolfo Emilio

Dio rivela ciò che è attraverso ciò che fa. E come la creazione, opera delle sue mani, racconta la gloria di Dio, così il popolo che egli ha tratto in salvo, racconta in mezzo alle nazioni le gesta mirabili di Dio. la Bibbia è questo racconto, questo annuncio, destinato a suscitare o alimentare la fede e la fedeltà, la lode e la riconoscenza verso Dio che opera e opera sempre meraviglie». (GANDOLFO E, Lettera e spirito. Lettura della Bibbia dalle origini cristiane ai nostri giorni, Editrice AVE, Milano 1972, p. 29).

 

Autore Rouly Schmith Jeanne

«Beato sei tu perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli». Comprendevo in modo impressionante cosa è l’incomprensibile potenza del dono di contemplazione. Non è per il fatto comprenderlo che si ha il privilegio di essere resi «beati» (la parola con la quale Nostro Signore inizia le beatitudini) ma il modo con cui è dato di comprendere, in un modo assolutamente tanto incomprensibile quanto indescrivibile: si vede, si comprende e ci si sente in una felicità che supera tutto ciò che si potrebbe concepire. «La mia anima glorifica» in un amore talmente totale che in quel momento si è inesistente. «E lo spirito esulta» perché l’acqua che viene data da bere, diviene una sorgente, che scorre sempre e non si arresta mai. L’esultare della felicità è fuggitivo, l’acqua però che Gesù dà (fiumi interi) scorre sempre in noi. Lo Spirito di Dio abita in me e vedo che egli mi ha amato fino a donarmi di  comprendere che Egli mi ha donato uno spirito capace di unirmi al suo. Questa vista è un giubilo e una felicità tali che credo che l’eternità sarebbe troppo breve per guardarla. Mi chiedo come noi non moriamo di felicità e di desiderio di Dio, vedendo questa unione o meglio questa fusione del nostro spirito immerso nello Spirito di Dio. Il mio confessore mi dice che questo desiderio è giusto, ma non per questo è giunto il momento di morire. Dicevo al mio confessore: «Mi dirà che io dico sempre la stessa cosa: vedo lo Spirito di Dio in me e sento che Egli mi ha donato uno spirito che per un inconcepibile privilegio è capace di unirmi al suo, se io non vi faccio ostacolo. Ogni volta, questa vista di ciò che è stata la mia prima contemplazione, mi sembra che sia la prima volta che la vedo e che non l’ho mai compresa prima di allora». Egli mi rispondeva che è proprio così, che noi siamo talmente poco capaci di comprendere, che possiamo solo progressivamente entrare nella Luce di Dio. (SCHMITZ ROULY J., Journal spirituel. Le bonheur d’aimer Dieu. Ed. Parroisse et Famille, 4 trimestre 1998, La traduzione è nostra).

 

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